Per quanto mi riguarda penso che per frequentare i bagni delle donne, bisogna essere sprovvisti di quell'appendice che inequivocabilmente divide i maschi dalle femmine.
09 agosto 2020
Petizione femminista
Da ragazza avevo dei bei capelli lunghi e quando andavo in discoteca, mi recavo spesso in bagno a pettinarli. Ricordo una volta che incrociai un trans, ancora molto maschile per la verità, tant'è che uso l'articolo al maschile, che entrava e usciva beatamente dal bagno delle donne.
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11 commenti:
NOI del partito degli under 70.000 a suo tempo esaminammo la quistione e risolvemmo con la decisione di far usare i bagni dei disabili ai soggetti con appendice nelle mutandine nonostante l'abbigliamento femminile. Questo perché i disabili in genere sono assenti e non si può costringere per legge i proprietari dei locali a dover aprire altri gabinetti. Però decidemmo di non mettere la soluzione nel programma, per non svalutare agli occhi del bobbolo l'alto valore del suo contenuto
Io al cesso di vado per defecare ed in subordine per le abluzioni correlate. Dato che non socializzo nel cesso, non mi importa nulla se lo stesso luogo è frequentato da chiunque altro, purchè sia pulito. Il vero scandalo delle discoteche, ciccia, è quando le donne entrano senza pagare.
Negli SUA e nel RU, paesi dai quali viene il peggio del globo e che gli sciocchi progressisti ora adorano dopo averli aborriti per lustri, sono decisamente più avanti nella cacca LGBT_PQRSTUabcVXXYYZZwwfddpLK, varie menate comprese.
In quei posti uno si dichiara oggi femmina, domani naftalina, dopodomani ciseteropostsemperstupid e entra oggi di qui e domani di là.
Le vari fazioni di femministe io_sono_più_femminista_pura_e_radicale_di_voi si sono azzuffate su questa roba.
Ricorda molto il progresso verso gli inferni multiculturali, multilinguistici, multireligiosi spacciato come paradisi non plus ultra dai nostri cari utili idioti, no-border portiaperti, accogliamotuttiiprofughifratellidell'islamreligionedipace blablabla etc. .
Il vero scandalo delle discoteche è quando le donne entrano senza pagare.
In effetti, se una fosse femminista, dovrebbe considerare la cosa degradante, perché è chiaro il motivo per cui le si fa entrare gratis, e pagare alla stessa stregua dei maschi.
Una questione di che sesso sei diventa materia per legiferare. Per una questione di buon gusto, chi veste da femmina usi il bagno femminile senza doversi sottoporre ad una visita corporale per definire l'oggetto usato per la minzione, in quanto per defecare raggiungiamo l'uguaglianza è la non esistono problemi.
I problemi di che sesso sei, sono altri e non certamente di urine.
Un caro saluto, fulvio
Fulvio è chiaro che è una questione più complessa, la questione del bagno è marginale, comunque si tratta di occupazione di spazi che sono delle donne, nelle commissioni, nelle rappresentanze etc.da chi donna non è.
Ecco, io mi travesto da lenzuolo ed entro nel tuo letto!
Guai poi se oserete dire Bah!, signor Fulvio.
Sì sì.
Affermare che esistono "spazi che sono delle donne" significa discriminare, cioè dividere l'Umanità in caste o in classi, ognuna delle quali è contenuta/confinata nel suo "spazio". Senza contare l'ovvio corollario che, essendo gli "spazi" finiti, le caste e le classi dovrebbero competere per allargare i propri "spazi" a scapito delle altre. Le donne non hanno la titolarità di "spazi" per la stessa ragione per cui non sono confinate in "spazi" e viceversa, se non vogliono essere confinate in "spazi", non possono reclamare la titolarità di "spazi".
Sara, pochezza avvilente, davvero.
io sinceramente penso che la differenza la fa da come uno si sente: se ti senti donna, fai bene ad entrare nel bagno delle femmine. Se ti senti uomo, vai nell'altro.
Immagino sarebbe umiliante per qualcuno vestito da donna e che si sente tale, seppur munit* di apparato maschile, andare nel bagno degli uomini.
Una questione complessa, filosofica.
L'unica certezza mi viene sempre e soltanto da Giorgio Gaber (... Il gabinetto è sempre in fondo a destra).
Storie di vita quotidiana.
Maurizio
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