08 ottobre 2021

La giustizia per le donne

Alberica e Martina: due donne diverse, per etá e per vissuto, accomunate entrambe da quella giustizia che lascia a dir poco  perplessi.
Dopo 10 anni l'assassino di Alberica "ha saldato" il suo debito con la giustizia, assassino per altro preso circa 20 anni dopo il delitto!
Per Martina, morta per sfuggire a uno stupro, l'unica condanna certa, mi pare quella subita dai suoi poveri genitori in questi 10 anni.
Le loro vicende sono note,i media ne hanno parlato molto, ma chissà quante sconosciute  vittime di femminicidio  in questi anni hanno subito pene inconsistenti.
I giudici applicano la legge, ma se la legge è sbagliata si cambia!
Io non ho nessuna pietà per gli assassini, mi rifiuto di credere nel loro pentimento, buono solo per ottenere sconti di pena. Non dovrebbero nemmeno tornare nella vita civile, ma andare a vivere su un'isola e non tornare più!
Sono esagerata?
Se Alberica fosse vostra moglie, vostra sorella?
Se Martina fosse vostra figlia, vostra nipote?

10 commenti:

Pier ha detto...

Il pentimento non annulla il peccato, il problema è nei giudici e credo anche in una certa mentalità del possesso che giustifica il maschio.

blogredire ha detto...

Non sei esagerata,a questi bastardi io gli farei di peggio,altro che isola...

Anonimo ha detto...

Sara, purtroppo tu non sei abituata a considerare le premesse e le conseguenze rispetto agli stereotipi che ripeti a macchinetta.

A chiunque sia dotato di ragione appare ovvio che il concetto di "femminicidio", cosi come il concetto di "reato di odio" della Legge Zan, è assolutamente paradossale.

Infatti, non solo aggiunge delle ulteriori categorie di discriminazione e di pregiudizio ma lo fa senza modificare affatto la catena causa-effetto oppure la peggiora.

Lasciamo perdere l'ovvietà che mentre affermi la "debolezza" della "donna" ne stai affermando la dipendenza dalla tutela, quindi la non-indipendenza. Il "femminicidio" parifica la "donna" ad un bambino, un anziano o un invalido.

Secondo te, un assassinio premeditato oppure un omicidio preterintenzionale sono in qualche maniera ostacolati dalle eventuali aggravanti (incostituzionali perché le "cittadine" non sono "uguali" davanti alla legge) disposte per legge nel caso del "femminicidio"?

Assolutamente no. L'omicida che pianifica parte dalla idea che non sarà scoperto, l'omicida che non si controlla non soppesa le conseguenze delle sue azioni. Non solo, potrebbe darsi il caso che tanto più la "vittima" è "tutelata", tanto maggiore sia l'odio che si attira. Pensiamo ad esempio alla prassi di super-compensazione per cui in un giudizio di separazione o divorzio, lo "uomo" è sempre soccombente a priori e se sei miliardario ti scoccia per i soldi, se sei uno normale, finisci a dormire nei cartoni sotto un ponte.

Da cui, qual è il VERO SCOPO di una idea come il "femminicidio"?

Non diminuisce in nessun modo la "violenza" e potrebbe aumentare lo "odio". Però ha un evidente intento PEDAGOGICO sulla "popolazione generale", cosi come la Legge Zan. L'intento pedagogico è quello di ridefinire la "griglia dei valori" a monte della faccenda delle "quote" per cui in ogni contesto ci deve essere il nero il cinese il gaio la gaia, eccetera e si impone come una "morale", cioè, appunto, come una "legge non scritta".

Non si fa con l'intento filantropico di rendere felici i neri, i cinesi, i gai, si fa con l'intento di demolire il Mondo-di-Prima e accelerare il Mondo Nuovo.

La cosa assurda è che le "donne", PUR NON AVENDONE NESSUN VANTAGGIO, si prestino a questo gioco, facendosi "vittimizzare", rinchiudere in una "classe" di "tutelati" e infine usare come armi. E' sempre lo stesso meccanismo dello "utero in affitto".

Andrea Sacchini ha detto...

Concordo su tutto, tranne dove dici mi rifiuto di credere nel loro pentimento, buono solo per ottenere sconti di pena. Non ho seguito approfonditamente i due casi, ma anche se l'avessi fatto non avrei comunque gli strumenti sufficienti per capire se il loro pentimento è sincero oppure no. Potrei avere delle impressioni, delle sensazioni che nascono da come percepisco la faccensda, ma nessuno eccetto la persona che ha commesso il crimine lo sa veramente. Attenzione, non voglio con questo dare l'impressione di difendere in qualsiasi modo chi si è macchiato di queste atrocità: se gli accusati hanno commesso quanto è loro addebitato è giusto che vengano puniti secondo quanto prevede la legge. Dico solo che il pentimento, come sentimento, esiste, e può essere sincero.

semola ha detto...

... mi hai ricordato il dialogo finale del film "Il momento di uccidere"...
... qualunque pena non ridarà la vita a quelle donne o farà dimenticare la violenza subita alle vittime di stupro ...
... quindi la pena per violenze di questo tipo deve essere massima, il pentimento è un fatto personale del carnefice e non dovrebbe portare a sconti di pena ...

Alexander Biagiolius ha detto...

fai del male a mia figlia ti ammazzo senza pieta -se non dovessi riuscirci confiderei nella morte data dai lavori forzati su di un isola -

fracatz ha detto...

per fortuna che ai mortidifame ancora non è stata tolta la justicia divina

Mariella ha detto...

No, hai ragione da vendere. Concordo e mi ritrovo nel tuo pensiero e nel tuo rifiuto di credere ai "pentimenti" farlocchi come le loro coscienze.

Anonimo ha detto...

Che poi Sara, tutta la faccenda ricade nella vexata quaestio "dei delitti e delle pene", cioè cosa fare del reo.

Anonimo ha detto...

Fracatz, non è tanto vero.
Infatti, nella nostra tradizione il "peccatore" che si pente ha la facoltà di mercanteggiare con Dio per il tramite del sacerdote. Il sacerdote, davanti ad un certo carico di peccati, diciamo stupro e omicidio, soppesa la "pecorella pentita". Se è un bracciante, l'unica cosa che può mettere sul piatto della bilancia sono le preghiere e le braccia, siccome arriva li già schiavo di altri padroni, non può espiare che con la propria vita. Invece se è un Conte può finanziare la costruzione di una cappella, di un refettorio, se gli stupri e gli omicidi sono reiterati, di un ospedale o una cattedrale. Quindi ad un Conte si perdona molto di più e molto più facilmente che al bracciante.

Pari pari alla "giustizia terrena".
Infatti da che mondo è mondo tra i braccianti valeva la regola "occhio per occhio" e le dispute si risolvevano a coltellate. Invece tra i Conti o meglio ancora tra i Conti e i braccianti, normalmente c'erano ambascerie e si addiveniva ad una transazione, un accordo riparatorio. Incidentalmente, anche in guerra, dove le fanterie dei braccianti venivano sterminate e non si facevano prigionieri che poi bisognava mantenere, viceversa i Conti venivano presi, complici anche le molto migliori corazze, si mandava una missiva ai parenti e venivano quindi scambiati con un riscatto. Avvocati e giudici sono per i Conti, i braccianti risolvono le dispute tra di loro e sennò servono gli sbirri e il patibolo, senza tante cerimonie.

Se guardi la tradizione protestante, dove non esiste l'istituto della confessione, dell'espiazione e della assoluzione, dal punto di vista "morale" chi si impone lo fa in virtù della Grazia Divina, quindi implicitamente ha ragione qualsiasi cosa abbia fatto. Questo modo di pensare nella prassi si traduce nel fatto che il ricco comanda rispetto e si presenta, come nell'antichità classica, coi migliori retori che ne perorano la causa e di solito ottiene un giudizio favorevole, il povero è un dis-graziato, cioè in odio a Dio, si affida alla difesa d'ufficio davanti ad una giuria popolare che lo condanna a prima vista e di solito ottiene un giudizio sfavorevole.

Quanti film abbiamo visto del ricco possidente che tiranneggia il villaggio del Far West, contando sullo sceriffo prezzolato, i bravi e l'indifferenza delle "autorità"? Fino a che non arriva il ronin che suo malgrado, complice la bella vedova e il dilei figlio che il ronin non ha mai avuto, si trova ad indossare i panni dell'arcangelo vendicatore. Nota bene, i villani non sono autorizzati ne da Dio ne da Cesare di farsi giustizia da soli. Devono pazientare fino a che non arrivi l'Inviato, The One. In via del tutto eccezionale, perché che il riccastro tiranneggi i villici, entro certi limiti, è semplicemente lo stato naturale delle cose.