05 dicembre 2021

La violenza senza senso



Non mi ricordo la vicenda di    Giuseppe Taliercio perchè si è consumata d'estate del 1981 e sicuramente in quel periodo non stavo in casa a seguire i telegiornali, anche se purtroppo nelle mie memorie di bambina, la violenza delle brigate rosse era all'ordine del giorno.
Ho letto che l'autopsia  rivelò che negli ultimi giorni di prigionia, ma non solo,  era stato anche maltrattato dai suoi carcerieri. 
La città di Carrara ha dedicato a Taliercio una scuola, una strada e altre attestazioni, ma è difficile sapere dopo 40 anni dell'assassinio di quest'uomo buono, quanta memoria rimanga di lui.

Tempo fa ci fu una polemica in merito al fatto che alcuni ex brigatisti percepissero il reddito di cittadinanza : quello Stato che gli faceva così schifo, gli è tornato buono al momento opportuno.

8 commenti:

Pier ha detto...

Anni tristi, ricordo Coco con la sua scorta e Guido Rossa e poi Moro.

Anonimo ha detto...

Prima cosa, il Reddito di Cittadinanza non lo paga "lo Stato", che è una entità astratta, lo pagano i contribuenti, come tutte le altre cose. Come detto e ridetto, l'idea non è contemporanea e nemmeno moderna, non è antica, è antichissima. Fu concepita in origine nella Atene egemone che consentiva ai cittadini di fare "politica" proprio distribuendo un "reddito di cittadinanza". All'epoca, non potendo fare "debito" più di tanto, pensarono di attingere ai fondi della Lega di Delo, che venivano costituiti con i tributi delle polis con la scusa di provvedere al mantenimento della flotta e degli armati. Nel caso nostro, avendo dismesso i grandi carrozzoni con "finalità sociale", si attinge direttamente alla "cassa comune" per comprare il voto dei meridionali, che ancora non è una idea nuova.

Seconda cosa, ci vuole un notevole pelo sullo stomaco per raccontare la storiella della Repubblica fondata sui "valori della Resistenza" e poi lamentarsi delle Brigate Rosse, i cui militanti si consideravano ne più ne meno di "partigiani" impegnati a portare a compimento proprio la "Resistenza", che nel racconto schizofrenico dei compagni, non aveva il fine di instaurare una "Democrazia Liberale" copia di quella USA ma di imporre la "Dittatura del Proletariato" copia di quella sovietica. Le "Brigate Rosse", come tanti altri "movimenti" della cosiddetta "sinistra extraparlamentare", non facevano altro che mettere in pratica la dottrina originaria, per come veniva distribuita fuori dai "luoghi istituzionali", la stessa dottrina che nel primo Novecento aveva dato la stura al "Biennio Rosso" e prometteva quella "Rivoluzione" che poi il "Fascismo" usò per proporsi alla Monarchia e agli Italiani come argine e garante dell'ordine e della legge. Ci furono centinaia di morti e migliaia di feriti in questa guerra civile che nei fatti è terminata solo con il collasso del "Paradiso dei Lavoratori". Le "Brigate Rosse" non ammazzavano solo dirigenti, magistrati, giornalisti, eccetera, come facevano i loro predecessori "Partigiani", ammazzavano anche gente qualunque che si potesse associare simbolicamente con la "Borghesia" e con lo sfruttamento del "Proletariato", per esempio i bottegai, coi loro negozi pieni di "roba".

Certo, abbiamo rimosso tutto perché oggi la "sinistra" si è appiccicata come una pellicola monomolecolare ai "liberal" USA, chiudendo il cerchio, con somma ironia della Storia. Oggi la "sinistra" non propone più la "Rivoluzione" e quindi la "Lotta Armata" ma si preoccupa degli omosessuali, di liberalizzare la droga, della immigrazione e tante altre cosette simpatiche. Oggi Peppone è un "leghista" e la "sinistra" non abita più nella "Casa del Popolo" di Brescello, abita nei palazzi del centro, servita dai camerieri filippini.

fracatz ha detto...

che tempi, che costumi
eppure analizzando analizzando, un giovine, anche qui da nojos, può scovare la via giusta

Franco Battaglia ha detto...

Le Brigate Rosse hanno agito fuori tempo massimo, senza nessun fine logico e, probabilmente, anche senza nessuna speranza, ammesso ne avessero. Poi hanno vivacchiato, e anche un reddito di cittadinanza, ora, fa brodo.

UnUomo.InCammino ha detto...

Il reddito di fancazzanza è un grave proema, ecologicamente, eticamente e da gravi problemi spacciati come soluzione arrivano solo problemi peggiori.

Anonimo ha detto...

Franco Battaglia,
Le Brigate Rosse erano la parte tagliente di un enorme macchinario che si era messo in movimento molto tempo prima. Se vogliamo, basta guardare su Youtube il video in cui Barbero, prototipo dell'accademico "di sinistra", ci racconta delle sollevazioni popolari del Medioevo, come la Rivolta dei Ciompi o le Jaquerie in Francia.

Ovvero, non come una tragedia determinata da certi fenomeni sociali ed economici ma come un "processo" necessario ed inevitabile, quindi intrinsecamente "buono", che conduce lungo una scala al radioso avvenire del "progresso". Il "bene" che trionfa, tramite la catarsi vagamente futurista, sul "male". Da cui, per inciso, si capisce anche che il Fascismo di Mussolini ha le medesime radici.

Questo racconto oggi è diluito ed occultato ma non è scomparso.
Torna a tratti per dare conto di "ingiustizie" più limitate, "locali", oppure per tratteggiare vagamente il futuro dello "Uomo Unico" sottoposto al "Governo Mondiale".

Fatto sta che per secoli alla gente si raccontava della geniale pensata della "collettivizzazione", cioè che per rimediare a tutti i guai e le sofferenze bisognasse mettere tutto in comune (in certi momenti anche gli sfinteri) e poi distribuire ad ognuno in base alle sue necessità. Da questo discendevano due corollari, la necessità di spossessare tutti, volenti o nolenti, per mettere "in comune" e la necessità di incaricare qualcuno di decidere "secondo giustizia" dei diritti e quindi dei doveri di ognuno. E' palese che solo dei subnormali o degli psicopatici possono avere "fede" in questa pseudo-religione e accettare di vedere che non funziona per la convinzione che poi un giorno funzionerà.

Sul piano pratico, le Brigate Rosse erano una delle "n" manifestazioni della dottrina, tipo che ne so, Lotta Continua, Potere Operaio, Combattenti per il Comunismo, Democrazia Proletaria, eccetera. C'erano milioni di Italiani che a vario titolo e con diversi gradi di convinzione e militanza, erano convinti della necessità, inevitabilità e quindi "bontà", della Rivoluzione e del seguente "Paradiso del Popolo". Come detto sopra, non sono apparsi dal nulla negli Anni Settanta, venivano dalla Rivoluzione d'Ottobre (1917-1922).

Un "Popolo" formato di soli "Lavoratori", da cui l'incipit della Costituzione "L'Italia è fondata sul Lavoro". Che non significa, come molti pensano, che il "Lavoro" sia un diritto ma che è un dovere, cioè che il cittadino deve essere "Lavoratore". Prego notare che "Lavoro" qui discende da quanto detto sopra, cioè che alcuni "illuminati" decidono dei diritti e dei doveri di ognuno. Cosa che chiude il cerchio rispetto al "Reddito di Cittadinanza", la differenza tra l'Italia e l'URSS è che in Italia il "Lavoratore" viene assunto alle Poste per fare poco o nulla e andare in pensione a 50 anni, nell'URSS invece viene mandato in miniera a 30 sottozero fuori e 50 sopra dentro, poi muore di silicosi. Però in entrambi i casi è il Partito a decidere chi vive e chi muore, quanto pane e salsiccia mangia.

semola ha detto...

... quanto odio e quanta violenza, si fu pure picchiato...
...non credo che dalle nostre parti molti sappiano chi sia stato Taliercio, qualche giovine passando dalla "Rotonda", di fronte al monumento, penserà sia stato un eroe partigiano e canterà Bella Ciao per onorarlo ...

Anonimo ha detto...

Per capire il passato basta guardare il presente.