Quel giorno la radio ha trasmesso La canzone di Marinella, e ho pensato "Che bello!" Poi quando altre emittenti radio hanno iniziato a passare le canzoni del Faber, ho capito.
De Andrè è mancato a soli 59 anni e aveva ancora tantissimo da dare, alla sua famiglia in primis, ma anche a tutti noi.
Della generazione di grandi cantautori o c'è chi non è arrivato ai nostri tempi, come lui, oppure c'è chi c'è arrivato, ma la grinta di un tempo è ormai un ricordo.
E quanto invece avrebbe bisogno la nostra società di essere interpretata, analizzata, fustigata, ma anche appassionata da artisti come il Faber!
Fu mio marito ad avvicinarmi alle sue canzoni, quindi io ho incontrato i testi di De Andrè abbastanza tardi, poi quando ho iniziato ad andare a Genova con una certa regolarità, dal 2008 in poi, mi sembrava di ascoltare le sue canzoni spuntare dai vicoli.
Una volta ho preso un vicolo nel centro storico, attirata da un nome che avevo letto nei testi di paleografia e mi sono ritrovata in una zona mai vista prima: era giorno, eppure non dico di aver avuto paura, ma ho provato un grande disagio in mezzo alle persone alle quali sono passata davanti, prostitute con volti grotteschi, ceffi, vecchi malvissuti e giovani dall'aspetto minaccioso.
E trovo che uno dei messaggi più importanti di De Andrè sia stato proprio quello di averci ricordato la dignità che dobbiamo anche a quest'umanità scomoda e sofferente, che spesso espia i vizi della gente "perbene".
17 commenti:
Una delle canzoni preferite di mio padre.
> espia i vizi della gente "perbene".
??
Qui siete sinistresca adottando lo schema (per me stupido in quanto ideologico)
balordi/(sub)proletari/marginali/poracci = buoni/vittime
borghesi/realizzati/non poracci = cattivi/colpevoli
Sono equazioni così ricche di controesempi che sono del tutto prive di senso.
Mah.
Uomo hai sbagliato a fare le equazioni!
Personalmente ascolto le sue canzoni semplicemente per il piacere di ascoltarle.
Credo che questi uomini non torneranno più.
Il mio abbraccio
Maurizio
Un grande cantautore, ci ha lasciato testi di pura poesia. Buona giornata.
non dimenticherò mai il suo funerale nella Chiesa di Carignano
La piazza piena con le bandiere dell’Anarchia sventolare
giovani, meno giovani, anziani
Genova ha pianto quel giorno e non solo Genova
Trovarsi davanti Vasco con la faccia cupa come il cielo quel giorno
Un cantautore che per me è stato importantissimo, non solo musicalmente.
l'estrema leggerezza delle nostre misere esistenze
"mi sembrava di ascoltare le sue canzoni spuntare dai vicoli" un omaggio delizioso e immaginifico, grazie!
Un GRANDE cantautore💖
Ciao Sara,
posso farti un appunto? Perché lo chiami (tu e tantissimi altri) "Faber"? Ci hai mai mangiato insieme? Sei sicura che a lui, in vita, avrebbe fatto piacere tutta questa confidenza? La mia impressione è che in vita lui fosse estremamente selettivo (per dire poco) nello scegliere le persone a cui dare confidenza. Se una persona del tutto sconosciuta a te si mettesse, sul suo blog, a parlare di te (per qualsiasi motivo) appellandoti "Sarotta" o "Saruzza", tu saresti contenta? O ti sembrerebbe una cosa un po' strana?
Io sinceramente non ho mai capito quelli che chiamano "Faber" Fabrizio De André, come per suggerire una loro maggiore vicinanza all'artista rispetto a quelli che invece continuano a chiamarlo (e l'hanno sempre chiamato) Fabrizio De André, come me. Ahimé, la parola "Faber" non è un lasciapassare verso il mondo dell'arte. Siamo tutti vicini (e lontani) allo stesso modo all'artista Fabrizio De André. E spesso chi lo chiama "Faber" si illude di essere un po' più speciale degli altri.
Federico B.
comunque Saruzza a me me piace, molto mejo de Sarina, Sarona, Sarocchia, Saretta, Sary,
Nel giorno della commemorazione di Faber, a "il giorno e la Storia", e' sempre emozionante
vederLo nella sua passeggiata Sarzanese ,con l'immancabile sigaretta e sullo sfondo Porta Romana.
Abbracci belli cara Sara.
Io non capisco nulla di musica e meno ancora di poesia.
Non so dire quanto sia stato importante il signor De Andre come musicista e poeta.
Posso dire che il fenomeno del "cantautorato" ha avuto una sua collocazione storica, serviva a mettere in musica e in versi la Sinistra di allora, che non era quella "liberal" di oggi ma ancora di stretta ortodossia marxista-leninista.
Infatti De Andre, poveretto, limitandosi a fare il bohemien dugentanni dopo e a vagheggiare di anarchia cent'anni dopo nei Sessanta, si trovò processato come odierno Nemico del Popolo nei Settanta.
Però una delle direttive primarie della Sinistra, oggi come allora, è di inglobare tutto e quindi la boheme e l'anarchia di De Andre furono riciclati in maniera cattocomunista con il ragionamento piccolino della poesia che racconta gli "ultimi". Anche lui non poteva limitarsi alle sbronze e alle mignotte, doveva trattare con gli "Autonomi" per poter lavorare o anche solo per farsi vedere in giro.
Coso sopra ha scritto una cosa che è giusta e sbagliata.
E' vero che si sceglie di mettere sul piedistallo del "Bene" il povero e/o il vizioso ma non lo fa De Andre e nemmeno Sara, lo fanno i Vangeli. Non solo perché Gesu era un bohemien e un anarchico ante-litteram e frequentava prostitute (castamente, per carità) ma abbiamo detto e ridetto dell'assurdo della parabola del Figliol Prodigo nella quale alla fine si festeggia e si premia il figlio scapestrato senza considerare il danno implicito del figlio che come un povero scemo è rimasto a sgobbare nell'azienda di famiglia.
Una spiegazione sul perché i benestanti, poi "borghesi", si divertano a sentire storie di poveri, di sbronze e di mignotte (tango, anyone?) e perché i loro figli si sentano in dovere di "cambiare il mondo" indossando il proverbiale Rolex, l'ha data il buon Fusaro. Altro non è che manifestazione di un senso di colpa, una perversione.
Nella visione del mondo marxista, gli "ultimi" sono tali in conseguenza della Lotta di Classe e quindi anche se non inneggi alla Rivoluzione e alla Dittatura del Proletariato, se li racconti sei comunque un "compagno". Un compagno che sbaglia, cosi come il bohemien non è un operaio metalmeccanico ma che con un po' di rieducazione può essere raddrizzato.
Mi vergogno ma non sono un'amante delle canzoni di De Andrè, preferisco altro. A Roberto piaceva molto, lui mi diceva sempre che di musica non me ne intendo.
Quella sensazione di camminare per Genova ed esser quasi certi di sentire nell'aria le canzoni di De Andrè la conosco, è successo anche a me diverse volte. La magia delle sue canzoni sta proprio in questo: riuscire a rendere vivo ed immortale ciò che aveva fotografato nella sua mente.
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