Sabrina ebbe solo modo di pensare a quanto le dispiaceva che quel sogno fosse stato interrotto e raccolte le poche facoltà mentali presenti al momento, si alzò per dare la colazione al felino, che si fiondò in cucina prima di lei.
Sul piccolo vassoio in legno vide il biglietto da visita che Teodora detta Tea, la sua ex compagna di liceo le aveva lasciato il giorno prima, quando si erano incontrate...nel bagno dell'autogrill.
Tornò a letto e ripensò al sogno: che peccato esser stata svegliata!
Era su un treno locale, dove per caso aveva incontrato un suo ex, o meglio Ennio, il suo Ex.
Nel sogno lui aveva (ancora!) i capelli scuri ( di che anno è questo sogno?) corti, ma non cortissimi, leggermente mossi e morbidi. Indossava un completo nero, ma Sabrina non ricordava il colore della camicia.
Un incontro casuale il loro, una conversazione amichevole e delicata, non senza un po'di imbarazzo, stavano seduti l'uno di fronte all'altra,se non che a un certo punto arrivava sul treno la di lui suocera ( la suocera!), una signora alta, molto elegante, che indossava un trench beige e un basco sulle 23 e annunciava ad Ennio l'imminente arrivo di sua figlia, cioè la sua fidanzata, che sarebbe salita alla prossima fermata.
Nel sogno Sabrina fece in tempo a vedere Arianna, Arianna Serra, la fidanzata del suo Ex. Ne vide la bocca lucida, impeccabile, di gloss. I capelli , un caschetto corto biondo sandy, movimentato da riccioli leggeri biondo gold.
Arianna, una di quelle donne che nella vita, come nel sogno del resto, sembrava ogni volta appena uscita dal parrucchiere, di quelle donne nelle quali ti imbatti quando invece sono minimo 7, 8 mesi che tu non ne bazzichi uno.
Arianna entrò nello scompartimento, cioè nel sogno, indossando un tailleur nero di lana morbida, Arianna, ovvero di quelle femmine che sono magre, senza sforzo e senza rinunce ovviamente, ma si ammorbidiscono nei punti giusti. Nel sogno, nella vita.
Nel sogno Sabrina decise di levare il disturbo, prese dal portapacchi una sacca che conteneva (i suoi vestiti ?), afferrò la sua ventiquattrore vintage e scese dal treno.
Si ritrovò in una stazione di campagna senza anima viva intorno, diciamo una stazione abbandonata, ridotta a rango di scalo, invasa dai rovi che avanzavano in prossimità dei binari.
Accanto alla linea ferroviaria correva una strada bianca, larga il giusto per far passare un'auto e Sabrina iniziò a camminare lungo la strada bianca.
L'ultima immagine di se stessa nel sogno era questa : capelli raccolti, giacca avvitata di tessuto rigido,un cotone scuro, diciamo canna di fucile( come la Fiat Uno degli anni 80) , gonnellone lungo fino ai piedi, scuro (look post atomico da Bertè degli anni 80) , nella destra una ventiquattrore, sulla spalla sinistra una vecchia sacca( in pelle?).
Ma perchè in quel sogno tutti erano eleganti e solo lei sembrava una sorta di Mary Poppins dei centri sociali?
La sveglia suonó, Sabrina si alzò lasciando il suo sogno tra le lenzuola: oggi era una giornata importante ,la Genealogica Cataruffo aspettava uno dei suoi migliori clienti, non c'era tempo da perdere!
4 commenti:
Non so è cosi per tutti i masculi ma io non faccio caso ai vestiti delle signore, viceversa la mia attenzione e memoria dipendono da quanto il vestito è succinto. Non ricordo come era vestita la signora della banca con cui ho trattato stamattina ma ricordo di avere incontrato una ragazzina in top e mutande appena uscito dalla porta e di avere pensato che la ciabatta etnica abbatte drasticamente l'erotismo, oltre a porre il quesito della cacca del cane figlio sul marciapiedi.
Si vede che noi Alpini siamo gentaglia?
Un bel racconto !!! Diciamo , un incubo, più che un sogno !!! Ciaoo
Mi domando dove stava andando nel sogno, perché i treni per me sono sempre altamente evocativi..m
Uno di quei sogni che al risveglio ti lasciano “l’amaro in bocca”.
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