17 luglio 2022

Titiro e Melibeo

Devo annaffiare i fiori, nonostante il covid, li ho giusto trascurati i primi due, tre giorni in cui stavo male, tant'è che il limone in vasone ha perso i frutti.  
Le forze tuttavia sono poche, quindi ho ordinato il lavoro per priorità, ho spostato all'ombra alcune piante, poi sono passata a pieno regime con tutte. 
Con l'affanno, bene inteso.
Questo mentre le erbacce crescono spaventosamente, ma io la forza proprio non ce l'ho la forza di strappale  via ora.

Prendo l'acqua dal fosso dai margini verdi e china mi arriva innanzi agli occhi l'incontro di Titiro e Melibeo 

Nos patriae finis et dulcia linquimus arva
Noi lasciamo i confini della patria e i dolci campi

Quanta straziante tenerezza nel ricordare i propri campi, che non erano solo un pezzo di terra in cui coltivare le messi, era la terra  che per generazioni aveva nutrito la loro famiglia, la terra del sudore quotidiano e dei pranzi nei giorni di festa.

Cerco anch'io Titiro , seduto all'ombra di un ampio faggio, anzi direi decisamente di ulivo, almeno da queste parti, intento a suonare con il flauto una melodia da pastori e vorrei essere a un tratto Galatea e questo fosso dove scorre acqua buona per le gardenie ( che non è scontato a queste latitudini avere acqua buona per le acidofile) fosse invece il mare Egeo e io sguazzassi giovane ninfa ignuda e capelluta, mentre il ciclope Polifemo mi chiama 

Huc ades, o Galatea; quis est nam ludus in undis ?
hic ver purpureum, varios hic flumina circum
fundit humus flores

Vieni qui, o Galatea, qual mai divertimento c'è tra le onde? 
Qui la primavera purpurea, qui intorno ai fiumi 
la terra effonde i suoi fiori

Non era insomma una fatica per la ninfa Galatea, mettere insieme abbondanza di fiori e io lì a immaginarmi un tripudio di colori e fiori perfetti, le regine e cioè le rose, le divertenti campanule, i tenaci cisti, gli amichevoli narcisi, la lavanda dal profumo irresistibile etc. etc. , tutti fioriti insieme a prescintere dal calendario giardinicolo!
Nei giardini dei poeti non crescono le erbacce, ma domina una flora ricca e lussureggiante!


Caro Titiro, caro Melibeo, deliziosa Galatea, cosa pensereste di questo fazzolettino desolato di terra nel quale  mi impiego a far fiorire qualcosa nonostante la  calura feroce e il morbo del pipistrello, soprattutto se vi dicessi che ho scoperto che la mia adorata clivia,  ha un fungo?!
Qualcuno sa come si cura una cliviaaaaaa?

8 commenti:

Filippo ha detto...

Mi commuovono le tue citazioni bucolico/Georgiche... per la a clivia, tenterei una cura a base di gelato al tiramisù.

Sara ha detto...

@Filippo temo che la clivia invece farà una dieta terapeutica!

antonypoe ha detto...

no, non so come si cura clivia. però so come si cura galatea :)
grazie dei bei versi e buon giorno

fracatz ha detto...

Galatea ci spargea dell'olio di semi con un pennello

Anonimo ha detto...

Alle piante non dispiace la calura, anzi.
Quello che le ammazza è la carenza d'acqua.
Ergo, potresti munirti di apposito impianto di irrigazione goccia-a-goccia di ispirazione israeliana.
Si usano, non a caso, in aree semi-desertiche, per risparmiare l'acqua.

Peste Cinese.
Lascia stare il povero pipistrello, che anzi, ce ne vorrebbero una infinità a mangiare le zanzare.
Giusto, visto che sei impegnata nel sociale, come si dice, metti la casina per i pipistrelli.

semola ha detto...

... su Sara rimettiti, che il giardino ti reclama ...

Pier ha detto...

ed in tutto questo al povero Miro nemmeno una lauda...

redcats ha detto...

il covid ti ha evocato classiche poetiche reminescenze!
Facesse questo effetto diffusamente la pandemia non sarebbe un mLE....