18 marzo 2008

Bella figura

LA DENUNCIA DEGLI ANIMALISTI AL «TIMES»: VENGONO SOTTOPOSTI A VERE E PROPRIE TORTURE
Pechino, cani e gatti a rischio Olimpiadi
Per dare l'impressione di strade più «ordinate» le autorità procedono alla rimozione di tutti i randagi

LONDRA (Gran Bretagna) - Tempi duri per gatti e cani randagi di Pechino: rischiano tutti di fare una brutta fine a causa delle Olimpiadi in calendario dall'8 agosto nella capitale cinese. In dichiarazioni riportate oggi dal Times, Qin Xiaona - capo di un importante associazione animalista cinese - denuncia il modo piuttosto brutale con cui si sta procedendo al repulisti di cani e gatti «senza tetto» deciso dalle autorità di Pechino in vista dei Giochi olimpici.

«NO ALLA TRAGEDIA» - «Noi abitanti di Pechino - afferma la signora Qin - siamo pronti a vivere senza elettricità, senz'acqua, senza automobili pur di assicurare il successo delle Olimpiadi ma siamo contrari a Olimpiadi che costino la vita degli animali. Sarebbe una tragedia». Nella corrispondenza da Pechino il Times scrive che a detta degli animalisti i gatti randagi (ce ne sarebbero almeno duecentomila) vengono presi e stivati in «gabbie grandi come un forno a microonde». In teoria dovrebbero essere trasportati in un centro zoologico nella provincia di Changping, ma al novanta per cento si tratta di bestie malate, in particolare i maschi che spesso soffrono di infezioni per effetto della rudimentale castrazione alla quale sono stati sottoposti.

«E' UNA TORTURA» - «Sono condizioni da tortura. E la situazione è molto peggiore per i cani», lamenta Qin Xiaona. La sua "Associazione per il benessere degli animali della capitale" si è offerta di collaborare con le autorità cittadine per rimuovere i randagi «in modo umano» ma questa disponibilità «è stata ignorata». Le autorità cinesi hanno ordinato la totale «rimozione» degli animali randagi da Pechino entro la fine di giugno: «Vogliono - spiega la signora Qin - che gli atleti olimpici non ne vedano nemmeno uno. E questo perchè i cinesi ci tengono molto a fare bella figura»
dal Corriere del 8 fennraio 2008

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