30 luglio 2011

del pubblico impiego

Io amo il mio lavoro. Anche se non sta bene dirlo, perché quando fai un lavoro come il mio, cioè lavori nel pubblico impiego, la morale corrente non considera positivamente il fatto che si infonda passione in ciò che si fa di "mestiere".

Però non mi sento un'eccezione, anzi credo che poter lavorare bene, quando la lavori per i cittadini, sia gratificante per la stragrandissima maggioranza dei lavoratori pubblici.
E'che il sistema spesso ti insegna l'esatto contrario. "Puoi essere un'eccellenza in anni e anni di onesta carriera, senza mandare nemmeno un certificato medico" mi diceva un quasi-collega con decenni di servizio in un 'amministrazione " che però se qualcuno avanza un reclamo contro di te, non contano niente".

La logica del sistema è più spesso quella del film del vigile di Alberto Sordi, cioè se fai il tuo dovere corri il rischio di rimetterci in prima persona. Noi lo sappiamo e non ci aspettiamo premi o medaglie! Siamo anche tutti abbastanza adulti perché il blocco del turn over non ci garantisce il ricambio generazionale e essere adulti vuol dire avere incassato già un po'di fregature e delusioni.

Nei giorni scorsi le fanfare televisive hanno celebrato l'approvazione di un regolamento che semplifica la normativa antincendi per le piccole e medie imprese. Certo per chi deve aprire un'attività imprenditoriale saranno indubbiamente rogne in meno, ma noi privati cittadini che vantaggio abbiamo? Possiamo essere certi che non si riduca la nostra sicurezza?
Abbiamo sentito in televisione la voce di uno che è davvero esperto in materia, come potrebbe essere ad esempio un vigile del fuoco? Non mi pare!

Sembra quasi che chi di lavoro, in ambito pubblico, tutela gli interessi della collettività, sia da ostacolo allo sviluppo dell'imprenditoria!
Io credo che si stia facendo passare un messaggio pericolosissimo!
E poi siamo sicuri che tolte alcune restrizioni, le piccole e medie imprese non siano gravate da gabelle e restrizioni ben più onerose?

Penso alla sortita del sindaco di Firenze Matteo Renzi il quale ha detto sulla basilica di San Lorenzo devono decidere anche i cittadini e non solo le soprintendenze!
Trovo questa uscita che sia estremamente demagogica - l'appello ai fiorentini- mentre dall'altro canto mette l'accento negativo sulle istituzioni a cui compete la tutela dei beni culturali.
La tutela dei beni culturali non è una questioncella aleatoria: ci sono i vincoli, ci sono le restrizioni, perché derivano dai fondamenti scientifici finalizzati a preservare il bene culturale nella sua integrità materiale e di significato.
A chi giova avere meno vincoli? magari a chi vuol costruire per i suoi interessi in una zona che andrebbe preservata a vantaggio della collettività.
Perché è vero, i beni culturali appartengono a tutti, ma le soprintendenze ne hanno il compito istituzione della tutela.
Così come vigili del fuoco hanno il compito istituzionale di operare contro gli incendi.

E'che complessivamente mi pare che da destra e da sinistra tiri un vento che va contro le istituzioni del pubblico impiego: e allora come cittadini dobbiamo chiederci chi può essere il vero beneficiario?
Come quando si tuona appunto contro i dipendenti del pubblico impiego, quando si accusa una categoria intera di lavoratori di essere fannulloni: in realtà si ha di mira la demolizione dello stesso servizio pubblico. Già, ma a vantaggio di chi?
Come cittadini una mezza idea di chi si piglia i vantaggi e invece di chi paga il conto, ce la dovremmo già essere fatta.

7 commenti:

La Sbullonata ha detto...

Con me sfondi una porta aperta. Ma sappi che tanti anni di sportello mi hanno fatto tastare il polso del pensiero comune. Fino a due-tre anni fa le cose non andavano per colpa nostra, cioè dei fannulloni che rubavano lo stipendio pagato dalla gente perbene. Adesso tira un'altra aria, si comincia a capire che il pesce puzza dalla testa.

nonno enio ha detto...

devi essere fiera di te, sono in pochi oggi ad amare il proprio lavoro. Brava

mark ha detto...

Creare tensioni e quel clima da tutti contro tutti non è casuale, ma aiuta le classi direttive a far finta di risolvere. Non è un problema del solo pubblico impiego, ma della nostra società incastonata in un modello obsoleto e come dice alessandra il pesce è ormai marcio.

Adriano Maini ha detto...

In linea generale e come questione di principio sono d'accordo con te. Di fatto, poi, ci vorrebbero norme che concretassero al meglio questa affermazioni prioritarie e fondamentali. Ma in questo momento - lo dici anche tu - non é aria ...

Anonimo ha detto...

Concordo con ciò che dice Alessandra......negli ultimi tempi ho provato a spiegare agli utenti che il problema nella P.A sono i dirigenti ovvero coloro che gestiscono la spesa pubblica. E' in quei mefitici meandri che si annida la corruzione. Se solo fosse stato presente un sindacato meno consociativo(nel migliore dei casi....)......tu Sara sai a chi mi riferisco.Baci.
Luigi

Costantino ha detto...

Condivido,è un bel problema polter lavorare bene,e l'unica soddisfazione è quella,peralto preziosa,che viene dalla propria coscienza.

Kylie ha detto...

Lavoro da più di un decennio nel pubblico impiego e amo il mio lavoro che faccio con passione e non per lo stipendio.
Ma quelli come noi non sono ammirati, anzi.
Io vado avanti per la mia strada comunque.