08 agosto 2013

Il laureato

Si è laureato e nella tesi ha ringraziato mamà, papà e poi almeno due dozzine di altre persone, che insomma ti sei laureato in Legge, in un'informata con chissà quanti altri, cioè non hai trascritto il Corpus Iuris Civilis!
E poiché ha studiato da noi, ha ringraziato anche "il Direttore e i suoi collaboratori", così che stamani le colleghe leggevano la dedica a voce alta e irrompo io, ma quali collaboratori?!! noi siamo proprio tutte donne! 
Doveva scrivere "collaboratrici!!! Delle quali non sarebbe stato male ricordare anche la competenza e la gentilezza. Si vede proprio quando le affermazioni, si fanno tanto per..
E allora le colleghe mi danno ragione:
BOCCIATO!

IL LINGUAGGIO SESSISTA VEICOLA MESSAGGI SESSISTI

9 commenti:

Costantino ha detto...

La laurea , quellavera, la conferisce giorno per giorno la vita.

Mariella ha detto...

Grande, grandissima SARA.

Patalice ha detto...

da femminista non posso che concordare

@enio ha detto...

un piccolo peccato veniale...

Nik ha detto...

Sono stato femminista per tantissimi anni, mi son sempre chiesto perché le donne non abbiano il giusto peso nella società, le ho sempre difese e non sono mai caduto in queste affermazioni sessiste poi... ho lavorato 10 anni in un ufficio a prevalenza di donne con tre donne nei punti di responsabilità e ne sono rimasto sconvolto.
Forse per il condizionamento dei secoli o cosa ma non erano Donne erano donnette. Erano brutte copie di uomini irranciditi. Gestivano il gruppo esclusivamente per simpatie, false e cortesi, professionalità zero, perennemente a gara a chi aveva la mise più in, dispetti fini a se stessi.

Ora lavoro in un ambiente di 80 uomini e tre donne e devo dire che l'ambiente è molto molto molto più sereno e costruttivo.
Maschi idioti ce ne sono diversi anche qui ma tra maschi solitamente ci si manda a quel paese, magari si arriva agli insulti, ma poi sbollito il momento si riparte da zero come nulla fosse successo, questo, con le donne che ho conosciuto io, non è assolutamente immaginabile.

Non c'è laurea che tenga l'intelligenza è tutto e non sempre le due cose sono associate. Ne tra gli uomini, ne tra le donne.

UnUomo.InCammino ha detto...

Il primo passo è riconoscere la differenza di genere. Quindi che esiste anche il genere femminile.
Il secondo passo (che influenza il primo) è a livello linguistico, esprimere il femminile verbalmente. Le donne non stanno più - fortunatamente! - solo a casa a sfornare ed accudire pargoli. Sono ingegnere, ricercatrici, avvocate, autiste, dentiste, matematiche, pasticcere, imprenditrici, pastore, registe, sindache.
Il linguaggio DEVE tornare a comprendere il femminile. Il livello verbale è tra i più importanti.
Il primo passo nell'equità è riconoscere i generi anche nelle diversità, anche linguisticamente.

Anonimo ha detto...

in effetti io uso il termine al maschile solo perché non esiste il neutro, in italiano

se io dico «il responsabile» mi riferisco al ruolo, non al genere (maschile o femminile) di chi è «il responsabile

io faccio il grafico, se nel colophon di un libro metto «grafico: XY» non importa se costui/ei è maschio o femmina

certo che se vedo una foto di Sara faccio caso che è una signora (graziosa non poco) e non un signore con i baffi, ma se ragiono sull’esperto di fiori o di giardinaggio, non mi interessa il genere sessuale

intendiamoci, c'è anche chi ritiene che il maschilismo si celi anche nelle «nervature» del linguaggio, ed è idea anche diffusa e interessante, ma nel complesso non mi convince in toto

UnUomo.InCammino ha detto...

Allora prova ad usare sempre il femminile. Perché no!?

Kylie ha detto...

Ma nelle tesi si ringrazia qualcuno?