12 luglio 2014

Eskimo e Re Giorgio

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Parlavamo, forse per la prima volta, ricordando quello che un tempo volevamo fare "da grandi". Ne è uscita una conversazione breve, inattesa quanto ai contenuti. Io invece all'università non avevo progetti per il futuro, il mio monito era "un problema per volta" e già era un grosso impegno riuscire ad andare all'università, per molte ragioni, in ogni caso frequentando all'epoca la facoltà di Filosofia, ero convinta  che qualsivoglia lavoro, sarebbe stato un successo.

Ho perso di vista molti dei miei compagni di liceo e di università, ma ogni tanto ho notizie di qualcuno di loro, come spesso succede nelle vicende imprevedibili della vita, quella che ha avuto una carriera più prestigiosa è una che al liceo era tra coloro che avevano i risultati più modesti. Si mormora malignamente che la sua ascesa si motivi grazie a un matrimonio con un uomo molto influente , ma ricordandomi di lei, certo non come un genio, ma come una ragazza generosa e propositiva, credo che nella realtà della grande città dove abita, abbia trovato sicuramente occasioni migliori delle nostre.
Quindi io non sono diventata quella che sognavo di essere, perchè un sogno non l'avevo, ma forse l'idea vaga si, d'insegnare filosofia. Sarei stata bravissima, di questo ne sono sicura. 
Di quegli anni ricordo una partecipazione politica meramente contemplativa, non mi potevo permettere molte cose, non avevo tempo da perdere, dopo, da adulta ho avvertito la partecipazione sociale come un mio dovere.  
Se ripenso alla ragazza che ero, resto giusto un po' perplessa, io che oggi ho la passione per  borse firmate, che sono categorica se devo stare a dieta, che vivo mille situazioni senza darmi il tempo di metabolizzarle. D'altro canto non avevo messo in conto all'epoca in cui ero impegnata con gli studi, quanto mi sarebbe costato una volta entrata nel mondo del lavoro, essere socialmente debole, non avendo padri,padrini, padroni o protettori, deficienza che in cgil mi è stata fatta pagare a caro, carissimo, prezzo.  Però crescendo, andando avanti con gli anni e  gettando ogni tanto uno sguardo sulle mie cicatrici, per poi passare oltre, mi sono anche scoperta inaspettatamente molto, molto forte.
Con qualche comprensibile debolezza.

6 commenti:

Francesco ha detto...

io sono cresciuto in una grande città, ho fatto un liceo discretamente prestigioso, un'università che non è certo l'ultima in Italia, ho fatto politica. nel gioco di google per cui annovero tra le vecchie amicizie chi è stato ed è parlamentare, dirigente d'azienda, docente universitario, giornalista RAI. io mi colloco abbastanza bene in questo ranking, più verso l'altro che in fondo

diego ha detto...

in te c’è una bella ricomposizione di poeticità e concretezza, che ti rende efficente ma non gelida, insomma una donna di una certa classe

certamente gli studi hanno raffinato il tuo pensiero e il tuo linguaggio, ma hanno trovato una personalità ben strutturata ad accoglierli

Alexander Biagiolius ha detto...

Sara ma solo questo tuo blog vale piu di 1000 carriere di perdenti di successo -ma che il successo è un conto in banca gonfio?il successo è pensare e raccontare e te lo fai da numero 1 ,chi pensa vince sempre

Alexander Biagiolius ha detto...

io sono foscoliano ,meglio l esilio al servilismo per il successo chi ha diretto la rivista che gli avevano proposto gli austriaci??nessuno lo sa le sue poesie tutti le studiano .

Sara ha detto...

Alex non ho rimpianti, tutto è nato pensando alla fissa che ho per le borse...

Ernest ha detto...

Se non ricordo male c'è stato un periodo che volevo far il commercialista... ma secondo me non stavo benissimo... poi la mia vita è cambiato quando ho deciso di fare l'obiettore di coscienza. E' cambiata radicalmente, sia dal punto di vista personale che formativo... sono diventato tante cose alla fine. Educatore, allenatore, faccio teatro e ho aperto il blog.
Credo siano davvero pochi quelli con un programma già scritto