17 dicembre 2019

Ciò che conta davvero.

La Nutella, i biscotti, Renzi, Salvini, le Sardine etc.
Tutte idiozie con cui si perde tempo, distrazioni, deviazioni di pensiero rispetto ai problemi veri.
Prima c'è da tutelare la vita.
Seguo il papà di Lorenzo su Twitter, o meglio seguo l'attività dell'associazione  Lorenzo Guarnieri  nata per perseguire l'obiettivo della sicurezza stradale e ammiro il suo impegno titanico di trasformare la perdita di un figlio, come l'occasione per impegnarsi in una battaglia di civiltà.

19 commenti:

Mariella ha detto...

Accidenti se hai ragione.

Anonimo ha detto...

Io capisco che si possa in qualche modo fare i conti con una perdita cercando di fare qualcosa che gli dia un senso. Molti anni fa ho fatto un lavoretto per una associazione fondata dalla madre di una ragazza morta di epatite, associazione che cercava di informare sulla malattia e su prevenzione e vaccini.

Tuttavia l'argomento in oggetto, cioè gli incidenti stradali, è una equazione senza soluzioni reali. C'è un elemento irrisolvibile e abbastanza ovvio: chiunque può guidare un veicolo. In questa massa di persone si trova di tutto, dallo scemo al criminale, dal vecchietto al drogato, da quello in ritardo per timbrare il cartellino a quello appena uscito dal "locale".

Pochi giorni fa a Milano un filobus, per voi campagnoli è un autobus con motore elettrico che viene alimentato da un pantografo che prende corrente da cavi sospesi sopra la strada, è passato col rosso ad un incrocio ed è andato a sbattere contro un camion della nettezza urbana che passava in quel momento. Una signora filippina che faceva la "tata" è morta nell'incidente. L'autista del filobus non è un soggetto che ha bisogno di essere "educato", eppure evidentemente a quell'incrocio fatidico era distratto. Se invece del camion fossi passato io con la motoretta, mi avrebbe schiacciato.

Il rischio collegato alla circolazione dei veicoli è un fatto statistico e dipende dalle quantità in gioco. Ogni mattina si mettono in movimento milioni di persone. In mezzo a questi, sappiamo che qualcuno, per un motivo qualsiasi, andrà a sbattere.

Una volta mi dilettavo a girare in moto nei weekend. Ho smesso perché la quantità del traffico è aumentata cosi tanto negli ultimi... diciamo vent'anni, che il rischio è eccessivo, siccome non sono incosciente, mi costringe a stare sempre con le chiappe strette e cosi se ne va il divertimento.

Se volessimo fare una "battaglia di civiltà", a parte che questa terminologia è un tantino fastidiosa, non dovremmo pensare che si possa rimediare con convegni, opuscoli, lezioni, eccetera, tutte cose statisticamente irrilevanti, piuttosto dovremmo ripensare al concetto della "mobilità", sia quella generata dalla logistica delle merci che quella privata, che sia per lavoro o per diporto. Oppure, come succede per tante altre cose, accettiamo il rischio connaturato.

Dati statistici:
"Con riferimento ai dati diffusi dall'ISTAT per il 2018, nel nostro Paese il numero degli incidenti che hanno provocato gravi danni a persone sono stati complessivamente 172.334. Per quanto riguarda, invece, il numero dei decessi, questi sono stati 3.325 e i feriti 242.721.

... emerge con chiarezza che la causa principale degli incidenti stradali sia l'uso eccessivo dello smartphone, che distoglie l'attenzione dalla guida. Il fenomeno, purtroppo, non riguarda solamente gli automobilisti, ma addirittura motociclisti e ciclisti."

Alexander Biagiolius ha detto...

il cordoglio la pesantezza di essere padre che sopravive ad un figlio ,si ma che cazzo con questi autovelox ..cè una soluzione semplice limitare la concessioni di patenti a chi non è capace di intendere e volere le patenti diciamolo si regalano e le prove su strada ridicole,vuoi la patente ? devi superare un corso di guida sicura livello avanzato senno prendi l autobus -ammazzi uno ubriaco ? 30 anni .fine se sono sobrio e in grado io voglio andare a 250 senza problemi

Anonimo ha detto...

A.B., viviamo in un'epoca di contraddizioni. Sentivo ieri su Radio Radicale un pippozzo sulla necessità di legalizzare le "droghe" (vuol dire tutto e niente) sulla base della affermazione che tanto sono di uso comune tra i "giovani".

Se l'uso di droghe e di alcolici è diventato abituale tra i "giovani" non si tratta solo di formalizzare questa "abitudine" ma di formalizzare anche le conseguenze. Non solo per gli incidenti d'auto ma per qualsiasi cosa, perché se uno si ubriaca o si droga la sera e la mattina dopo sale su una gru oppure si mette alla guida di un autobus o entra in una sala operatoria, è abbastanza evidente quali possono essere le conseguenze.

Lo stesso vale, come scritto sopra, per gli scemofoni. Che belli, che divertenti, poi non solo la gente li spippola ovunque, compreso quando è sulla gru, alla guida dell'autobus o in sala operatoria, quando vendono le automobili fanno la pubblicità ad un sistema che consente di sincronizzare lo scemofono con un display che fa parte della plancia dell'auto. Quindi la distrazione del conducente si moltiplica, invece di un solo gadget da spippolare, ecco che ne hai due. Ancora, se questa è la "normalità", ne fanno parte anche le conseguenze.

Su tutto, insisto, vale il dato statistico. Non è un problema se 10 persone guidano ubriache. Il problema è che ci sono 10 milioni di persone in giro, tot sono ciechi, tot sono sordi, tot sono scemi, tot sono ubriachi, tot sono drogati, tot scappano dalla Polizia, tot hanno litigato con la moglie, eccetera.

In Italia abbiamo un veicolo per persona. Decine di milioni di veicoli. Non tutti circolano nello stesso momento ma chi ha memoria può valutare l'aumento del traffico negli ultimi decenni. Le stesse strade che tempo fa erano poco trafficate durante i giorni feriali oggi sono occupate da colonne di veicoli, inclusi quelli della logistica, perché se compri le cose online poi qualcuno te le deve consegnare. Colonne di veicoli che vanno alla massima velocità consentita, col risultato che al minimo problema non ci sono le distanze per evitare il botto. Venite qui dalle mie parti, salite sul ponte che scavalca la tangenziale e guardate sotto, nell'orario che preferite.

A.B. io non ho mai preso una multa in vita mia. Vado in motoretta, quindi non do fastidio. Potrei andare "come mi pare", se non fosse che temo di essere schiacciato da uno che esce da un incrocio o da un cortile senza guardare. Oppure di essere schiacciato da uno che mi sorpassa e mi rientra addosso senza guardare. Per non parlare degli autotreni.

Insisto, se vogliamo comprare le cose su Amazon poi vogliamo che ce le portino a casa, questo muove camion e furgoni e questi camion e furgoni fanno degli incidenti. Se i ragazzini adesso non mettono giù le borse per fare le porte nei giardinetti ma i genitori li portano alla scuola calcio, ci vanno in automobile e fanno gli incidenti. Le cose sono tutte collegate tra di loro.

Mirtillo14 ha detto...

Io credo che non ci siano neanche parole adeguate per esprimere il dolore di una famiglia che perde un figlio. E' uno strazio che segna tutta la vita e dal quale non se ne esce più. E queste stragi di ragazzi non finiscono mai. Non so quale sia il rimedio, penso la prevenzione, parlarne nelle scuole ed essere sicuramente più severi. sospendere la patente o addirittura ritirarla del tutto. Meglio un figlio senza patente che non avere più un figlio. Il padre di Lorenzo è da ammirare perchè è riuscito a dare un senso al suo dolore, trasformandolo in una occasione per cercare di salvare altre vite. E' da ammirare. Saluti e auguri.

fracatz ha detto...

certo che poi i rischi per i mortidifame che si mettono in viaggio al volante delle loro ridicole macchinette sono assai maggiori e per questo dovrebbero pagare di piu' in canoni assicurativi sulla vita

edvige ha detto...

Un caro saluto buona continuazione di settimana.

Francesco ha detto...

un saluto a Lorenzo

Vera ha detto...

No sara non credo che siano tutte idiozie, perché è solo attraverso la gestione della Polis e quindi attraverso la politica che si possono dare risposte ai problemi tra cui quello della gestione della mobilità.

Vera ha detto...

(Scusa la minuscola, non era intenzionale)

Joanna ha detto...

Il problema degli incidenti stradali si deve risolvere alla radice ma finché si danno le patenti senza criterio, finché l'educazione stradale viene presa come una barzelletta non potremo mani andare molto lontano e tanti altri ragazzi come Lorenzo continueranno a morire.
Buona serata.

fulvio ha detto...

Gli incidenti stradali sono un terribile male del secolo e ammiro chi da una immane tragedia trova la forza di dedicarsi alla sicurezza degli altri.Ciao.fulvio

Sara ha detto...

@ Vera mi sembra che si stia perdendo tempo.

Anonimo ha detto...

Sara, tu usi l'auto tutti i giorni, no?
Per ridurre il numero di incidenti bisogna ridurre il numero di auto circolanti.

Ripeto, il mondo non è cristallizzato in un eterno presente, il mondo cambia e fa parte del rincretinimento programmato dalle Elite Apolidi il fatto che la gente ha perso questa percezione.

Quando ero ragazzo c'era forse una auto per famiglia e si tirava fuori solo per andare a trovare i nonni. Pochi la usavano quotidianamente per lavoro, quasi nessuno per fare la spesa o per le altre commissioni. La spesa la facevano le massaie nei negozi attorno casa.

Oggi in ogni famiglia ci sono almeno due auto, che entrambi in genitori usano tutti i giorni per qualsiasi cosa, da andare al lavoro a fare la spesa al supermercato a portare i figli in piscina, eccetera.

Tutti usano l'auto continuamente, ci sono molte più auto sulla strada in ogni momento, quindi aumenta il numero di incidenti.

L'idea che il problema si risolva con la "educazione" abbinata a misure "poliziesche" come controlli capillari e sanzioni esemplari, è tipica del ragionare "di sinistra" e, come per tutte le cose, si perde nella metafisica, è una religione.

Oltre che per ovvie ragioni pratiche legate agli aspetti meccanici, la "educazione" e la "repressione" non funzionano perché nello stesso momento ogni aspetto del vivere viene impostato secondo la direttiva della "anti-morale", di quello slogan lapalissiano degli Anni Settanta, "vietato vietare".

Se è "vietato vietare" in ogni aspetto del vivere, non ha nessun senso "vietare" a proposito delle automobili. Ho già fatto degli esempi, se tu assumi che ubriacarsi e drogarsi sono "normali comportamenti ricreativi" e assumi che l'automobile sia uno strumento indispensabile per vivere, poi non ha nessun senso mettere il divieto di guidare sotto l'effetto degli alcolici e delle droghe.

Mi sa che più che perdere tempo, Sara, non si pensi abbastanza.

Semplicemente Donna ha detto...

Cara Sara , auguriamoci che vi sia più consapevolezza soprattutto tra i giovani , nell'uso e non nell'abuso dell'auto.E con questo pensiero ti lascio i miei auguri di buone Feste che verranno .

Rosy

Francesco ha detto...

comprate un auto a Lorenzo, così almeno parla d'altro

edvige ha detto...

Un caro saluto e Buon Natale a te e famiglia.

Marco Poli ha detto...

Servirebbe di tutto : educazione stradale a scuola fatta bene, interventi strutturali sulla viabilità urbana ... e maggiori controlli nelle strade.
A 051, è raro vedere vigili urbani e altre divise operative nel controllo del traffico.
Il risultato è che ognuno fa quello che gli pare : ad esempio, oramai più della metà degli automobilisti non mette la freccia prima di svoltare. L'altra sera mi sono fermato ad un incrocio a contare : 8 non hanno messo la freccia, 5 l'hanno usata. Quasi nessun automobilista rispetta le strisce pedonali ... eccetera.
Ripeto : una migliore educazione servirebbe, eccome.
Qualche mese fa mi trovavo a Cracovia e notavo che tutti i semafori attorno alla Città Vecchia erano spenti. Ho chiesto alla ragazza della reception all'ostello il motivo di questo disservizio e mi è stato risposto che il Comune ha deliberatamente spento quei semafori, perché è stato verificato che così il numero degli incidenti è sceso !
Ora, se penso alle conseguenze nefaste del semaforo sotto casa spento 24/7, credo che dovremmo contare i morti ...

fracatz ha detto...

Sara, un caro augurio per le incombenti festività
e mentre una volta si moriva di fame o in guerra, oggi si muore diversamente accontentiamoci quindi di poter brindare ancora una volta accanto ai nostri familiari superstiti