10 febbraio 2021

Un recinto per le mie rose

Post di risulta scritto quando lavoravo al museo. È stato un bel periodo, se non che arrivata all'età di 40 anni circa, i signa del mio percorso mi hanno dirottata in un archivio storico. Tante cose sono cambiate da allora, non la mia passione per le rose.

Intanto c'è il blocco del turn over, quindi i colleghi di sesso maschile, quelli che dovrebbero avere un po'più dimestichezza con le opere agro-artigianali, hanno un'età impegnativa. E quello che ha l'ernia e quello che soffre di sciatica e quello che lamenta i cervicali, di conseguenza se voglio qualcosa devo arrangiarmi. Io vango da sola. Se voglio mettere a dimora una rosa. Ma mi devo arrangiare anche per tutto il resto. 
Così stamani, ho preso la trinciarami e mi sono preparata un po'di canne di bamboo. Ed ero lì con la trinciarami che è passata una coppia e si è trovata innanzi l'immagine della sottoscritta, in divisa e rossetto, impegnata a far forza con la trinciarami. 
Così li ho salutati citando Strabone, il quale sosteneva che noi donne Liguri siamo forti come uomini, perché storicamente avvezze a lavorare nei boschi. Poi ho pensato che per essere più autorevole, lì nella piana, tra le canne di bamboo stese a terra, un po'di latino ci stesse bene. Cicerone (o era Virgilio?) diceva che noi Liguri siamo "duri atque agrestes" e ho aggiunto sorridendo tutta compiaciuta "è una definizione bellissima". E per fortuna i due erano di Genova. Tra gente che andava e veniva ho trovato il tempo per mondare i bamboo e realizzare per la prima volta in vita mia, uno steccato a protezione delle mie rose. Perchè con la primavera la piana si riempie di gente e io non voglio che mi "zampichino" le mie rose! Tra ottobre e febbraio ne ho messe a dimora 18, 19. 
A parte una che ho comperato alla coop, le altre le ho fatte io per talea. Le ho custodite giorno dopo giorno a casa mia per più di un anno. Le ho messe al riparo dai venti impetuosi e dall'arsura estiva, dai gatti e dalle maestranze agricole. Poi le ho messe a dimora. Ho vangato, gli ho dato 5 kg di granulato a lento rilascio (che ho comperato con i soldi avanzati dalla festa di pensionamento di un collega). 
Ho supplicato la clemenza degli operai del taglio-erba dal decespugliatore veloce e geometri affinché intercedessero per mio conto presso gli operai del taglio-erba , mi sa che ho promesso in giro anche delle bottiglie di vino... Tutto per le mie rose! 
E stamani quest'ennesimo atto d'amore! Così che dopo un po'che piantavo a fatica le canne di bamboo, nonostante i guanti, mi si è rotta un'unghia! Poi un po'pioveva, mentre io forzavo la canna a entrare nel terreno, utilizzando un sasso a guisa di martello. E me li vedo incantati innanzi a me. Mentre mi esce dal fermaglio una ciocca di capelli. E non ho quasi più il rossetto. E questa divisa che vorrebbe essere elegantina, invece è stazzonata. E loro due lì. 8 anni lei e 5 lui, ma sembra più grande, vuoi per età, vuoi per altezza, voi perchè forse segue la sorellina. Si, incantati innanzi a questa sconosciuta, scarmigliata, impegnata con le cesoie, la trinciarami, il filo e il bamboo, a realizzare una protezione per le rose, a fare insomma uno steccato, ovvero a fare quello che ai loro occhi di bimbi, deve essere sembrato un gioco bellissimo. Adoperando un sasso come martello. E allora ho pensato che quei cuccioli deliziosi a casa loro avranno avuto chissà quanti e quanti balocchi, ma per fortuna i bambini, restano sempre meravigliosamente gli stessi,nonostante il progresso, il benessere etc. un sasso e qualche frasca ed ecco un gioco irresistibile!

2 commenti:

UIFPW08 ha detto...

Sei unica altro che giardino.
Maurizio

fulvio ha detto...

Ciao Sara, le Rose sono fiori bellissimi ma la bellezza poetica l'ho trovata nel tuo scritto che esprime molti sentimenti, Rose a parte.
Ciao f.