Leggere a distanza di tanti anni che ci sono ancora delle indagini sulla morte di Pantani mi mette una profonda tristezza. La madre ha detto che quanto è morto era in compagnia di due escort. Pure il termine escort mi mette tristezza per la sua ipocrisia, chiamare puttana, chi fa la puttana, mi sembra più onesto.
Comunque se fosse vero, questo dettaglio non fa che evidenziare il grado di solitudine in cui viveva questo campione, che a causa della droga non riusciva a percepire quanto ancora il pubblico lo amasse.
Non gli è arrivato il nostro amore, l'amore di noi che l'abbiamo visto vincere il Tour e avremmo derubricato quelle vicende di ematocrito a uno sbaglio, chi non ne fa?
Il messaggio che poteva uscire da questa vicenda, senza cercare complotti o cose strane, perdonatemi, ma solo la banalità del male: la droga che è un buco nero che si inghiotte tutto.
E non è solo il fatto che si può morire, di overdose, com'è capitato a Marco Pantani, come a tanti altri ragazzi che conosciamo.
Ma pure quando la vita l'hai sistemata, hai preso gli anni, hai famiglia, gli stravizi escono fuori e si prendono una parte del tuo corpo.
Oppure è un malore improvviso, che ti strappa alla vita, ma chi l'avrebbe detto?
Ma forse non entrano nelle statistiche come cause di morti improvvise di gente della mia età , gli abusi compiuti fino a 10, 15 anni prima. La cocaina, gli anabolizzanti, la cannabis fumata fin dalle prime ore del mattino, i rave, gli after hours, tutte abitudini che non sono acqua fresca.
12 commenti:
Da romagnolo (Cesenatico è a mezz'ora di macchina da casa mia) la vicenda Pantani mi ha segnato molto. È stato un grande campione ma, allo stesso tempo, un uomo molto solo e molto fragile. Del resto, ognuno a modo suo, non lo siamo tutti, fragili?
peccato che oggigiorno anche i mortidifame fanno uso di droghe, chissà, forse li aiutano nel passaggio terreno, chissà che meravigliosi sogni inducono alla faccia di chi riconosce nel partito degli under 70.000 l'unica fonte di benessere e giustizia sociale
@ Andrea, si siamo tutti fragili e in certi momenti più vulnerabili di altri.
Purtroppo spesso accade anche che il successo invece che dare felicità la tolga. E magari persone che non riescono a gestirlo se me fanno schiacciare; in una società dell'immagine o sfondi continuamente e ripetutamente, o fai la prestazione o non sei nessuno. È un ingranaggio tremendo.
Con tutte le cose che succedono nella vita e ti portano a rinnegare Dio, la storia di uno che ci lascia le penne tra bamba e zoccole proprio non mi commuove.
Alcune anime sono semplicemente troppo fragili.
È la mamma di Pantani che non si rassegna e vede retroscena presumibilmente immaginari.
Io sono tra quelli che ha pianto alla sua vittoria al Tour. E mi piace ricordarmi di lui così.
la verita' è emersa ma non frega un cazzo a nessuno .pantani non era drogato ne dopato la criminalita' organizzata lo ha fermato perchè sul giro non scommetteva piu nessuno e quelli che avevano scommesso l avevano fatto su pantani vincente -chiaro semplice il resto sono appendici da giornalai prezzolati -Marco è vivo e Lotta con Noi !
troppo monotona la vita nei paesi governati dal MIO partito degli under 70.000.
NOI realizziamo la solidità sociale, altro che le chiachiere dei vari predicatori bianchi, rossi e neri sulla solidarietà, sull'accoglienza:
NOI sappiamo che non c'è champagne a sufficienza per tutti
ricordo quei giorni
l’incredulità.
Pantani sembrava eterno.
quando è morto erano in 3. forse uniti da una solitudine. a me piace pensare che non è tanto tristezza quanto malinconia.
ciao
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