Io non sono su facebook, non c'è manco la mia amica Ele, quindi se ci siamo persi di vista, è perché ci volevamo perdere. E i miei ex fidanzati sono affar mio, non vedo perché dovrei sbandierarli al mondo intero.
E poi ho già troppi impicci nella vita e il giorno di Natale ho pure trovato una tartaruga in mezzo alla via e mi è toccato raccoglierla e portarla a casa. Ero a zonzo per lavoro. La tartaruga invece era a zonzo secondo me perché era abbandonata.
A dire vero ho lavorato anche a Santo Stefano, intabarrata nella divisa invernale e calato in testa un cappellino fatto all'uncinetto, very original anni '70: giallo, giallissimo. Così che se uno voleva prendere la mira mi pigliava da lontano. E vedo appunto le macchine dei cacciatori che sfidano l'umidità pazzesca della piana zuppa dalla pioggia, e un fuoristrada parcheggiato proprio davanti a un "nostro" cancello di servizio. Ok, ora non ci serve, è la mattina di Santo Stefano, fa un freddo bestio, in giro ci siamo solo io e i cacciatori, ma è il nostro cancello, metti un po'che ci servisse? Io non sopporto quando ci chiudono i passaggi! E poi in me alberga l'anima di un vigile urbano!.
Vado. Chiamo "Ehi! Mi scusi!". Garbatamente s'intende gli grido. "Ehi, questo è un cancello di servizio!Cortesemente la prossima volta sarebbe opportuno che non parcheggiasse proprio qua".
Eh bisogna che noi presidiamo il territorio, gli autoctoni devono sapere che noi presidiamo. Anche se spesso restano un po'perplessi di trovarsi innanzi una donna, nella fattispecie, la sottoscritta. Poi se li colgo in fallo, mi dicono "io sono di qua!", cioè a rivendicare l'appartenenza territoriale rispetto ai miei colleghi che vengono dal sud. E io rispondo che anch'io sono della piana e che la nonna di mio nonno aveva una locanda proprio qui.
Mentre avanzo camminando nel prato i cacciatori si chiamano l'uno con l'altro. "Giacomo! hai lasciato la macchina in mezzo!"
Beh, ora non è che io volessi proprio rompere le scatole fino a questo punto e ri-grido "No! Ma lasci! Lasci! La prossima volta magari non a metta qua!". E il cacciatore in mimetica invece mi corre incontro, non faccio in tempo a metterlo a fuoco che mi sto bagnando le scarpe nel prato e lui mi dice "venga qua! stia attenta!" e dopo 2 o 3 passi "Ma tu ti chiami Sara?" "Si"E fisso quel ragazzo alto dai capelli neri e un minuscolo orecchino,"Ma tu sei Giacomo!!!" E ci abbracciamo! Dopo secoli, nella piana, di mattina, con un cappello giallo giallissimo in testa, rincontro niente meno che l'unico Giacomo della mia vita, il mio compagno delle scuole elementari!
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2 commenti:
che spettacolo! questa è la vera potenza della vita. Altro che facebook il destino ti porta a incontrare, perdere e di nuovo incontrare persone punto e basta... altro che richiedere l'amicizia. Poi la gente per strada non si saluto neanche e non si guarda neanche in faccia, ma su facebook si sono...
Per la cronaca, nemmeno io sono su facebook.
un saluto e attenta alle mimetiche
Anche io con la mia GIGIA (deliziosa cockerina) venivamo scambiati per cacciatori ed in effetti lo eravamo.
Di reperti archeologici da studiare.
Io li trovavo e lei scavava..
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