29 ottobre 2007

Il blog di ELENA! hiééééé!



Assolutamente senza autorizzazione (l'ho chiesta ora! arriverà di sicuro!) posto un brano direttamente tratto da una delle mail che mi scrive a mia amica Elena. Ci conosciamo dai tempi del ginnasio. A lei, sulla corriera di ritorno da scuola, circa 23 anni fa raccontai di aver fatto una cosa trasgressiva, che aveva fatto infuriare i miei: mi ero comperata ua cassetta di Vasco Rossi.
Nelle foto è ritratta nel giorno del mio matrimonio, quando si è fatta un mazzo così fino all'ultimo, ha attaccato i cartelli con le istruzioni per gli invitati, insieme alla Eli ha messo a posto tutto in giro, ha pure chiamato sua madre per sapere quali fossero le ritualità di buon auspicio per i novelli sposi. Ci mancava poco che ci ritrovassimo a spostare una vetrinetta in sala su suggerimento di mio suocero.
L'ultima impresa che abbiamo fatto insieme invece è stato il salvataggio di un rospo, sottratto dalle grinfie di alcuni ragazzacci e portato direttamente nel mio giardino, mentre Apua storceva il naso quasi a dire "ma come? ci prendiamo un altro animale!?"
In ogni caso tutte le sue cose belle le possiamo leggere nel suo blog
http://www.quituttobene.blogspot.com/
ma ecco un delizioso anticipo:

...forse dovrei muovermi un po' di più
fare delle belle passeggiate in mezzo al traffico cittadino
sono anche andata a fare una lezione di prova gratis in palestra
dove credo non rimetterò mai più piede
tu da quanti anni non vai in palestra?
io esattamente dalla fine del liceo
quindi più di 15 anni fa
e il mio abbigliamento in palestra era un paio di pantalonacci di una tuta comprata al mercato, il più informe possibile, ma rigorosamente verde, e una tshirt scolorita, praticamnete immettibile in alcuna altra situazione
giovedì mi sono presentata in palestra più o meno con lo stesso stile.
sembravo una profuga albanese scesa dalla nave della speranza
erano tutte strafighe, completi ginnici ultra tecnlogici, tessuti che non fanno sudare, e se anche facessero sudare emettono un leggero profumo di acqua di colonia
magliettine di armani, in pura seta
biancheria intima visibile e molto fashion (...)
e poi tutte bravissime perfettamente a tempo, che conoscevano gli esercizi a memoria e non come me che ero continuamente ripresa dall'istruttrice ipermagra e muscolosetta, con la pancia piatta e dura come una tavolettadi legno, e il culo in bella mostar incorniciato da perizoma di pizzo bordeaux...

28 ottobre 2007

Una strana Alleanza

Ieri sera ho scritto un post sul promontorio del Caprione. Il Caprione per me è una cosa...è come un grembo materno, ecco cos'è. E tutto sommato ieri sera avevo proprio bisogno del Caprione.
E stamani ho chiamato Mirco, che non sentivo più da un tempo indefinito, insomma ci siamo visti poco prima del mio matrimonio. Mi è mancata la sua musica quel giorno, ma lui era in vacanza in Croazia e certe cose gli amici le sanno capire. Mirco scrive canzoni bellissime. Ma veramente belle. E le canta bene. Ed è pure un bel ragazzo. A questo punto posso dire solennemente che è una lacuna gravissima nel nostro panorama musicale che uno come lui non abbia il successo che si merita. Ha scritto, tra le altre, una canzone su Bukowski, che sarebbe ciò che Bukowski in persona vorrebbe sentire su se stesso. Lo zio Hank..
Me la fece ascoltare durante una pausa pranzo quella canzone e rimasi sbalordita. Lavoravamo insieme, lassù, sul Caprione ed è del nostro lavoro nel bosco che voglio parlare. Del mazzo tanto che ci facevamo, pagati molto poco. A spese dei contribuenti. Abbiamo pulito i sentieri, riportato alla luce antiche mulattiere, creato ex novo una pista tagliafuoco. A luglio. Eravamo un bel gruppo. Facevamo i famigerati lavori socialmente utili, che ancora oggi c'è chi me lo fa pesare di aver fatto i socialmente utili. Me lo fanno pesare quelli che non capiscono un belino. Cosa dovevo fare dopo la laurea? stare ad aspettare in gloria un posto di lavoro per dirigente? e gli altri come la sottoscritta cosa dovevano fare? Comunque stando nel bosco, non si può restare indifferenti, è così bello quel tipo di lavoro. Se fosse stato stabile e retribuito legittimamente saremmo ancora là.
Una forma di lavoro statale dunque, pagato dai contribuenti, 800.000 lire al mese senza i contributi. E abbiamo tagliato, spostato tronchi, decespugliato, divelto, ammucchiato etc.
Per un periodo la Provincia sospese il tutto. Non mi ricordo quanto durò. Fu una pausa lunga e non si capì perchè. Tornai lassù nel Caprione per i fatti miei, perchè lo avevo nel cuore.
E ci trovai belli belli una serie di cartelli.
I cartelli recitavano che la pulizia dei sentieri era stata condotta dal CAI e finanziata da Alleanza Assicurazioni.
Lo giuro, sono stata male fisicamente. Ma proprio male! ma come, i contribuenti pagano, noi lavoriamo e i furbi si prendono i meriti? alle spalle dei contribuenti!
Praticamente era andata così: Alleanza aveva pagato la pulizia di UN SENTIERO,uno solo, il CAI l'aveva eseguita e in cambio c'era tutto questo spettacolo di cartelli pubblicitari come se fosse stata TUTTA opera loro.
E poi ci rinnovarono il contratto e tornammo anche noi al nostro lavoro. Ma di quei cartelli menzogneri più nessuna traccia...di uno si vocifera sia stato divelto nottetempo da due mani femminili, un altro pare sia stato levato prima che le nostre motoseghe tornassero a rombare.
Personalmente ho il vago ricordo di averne visto uno che addirittura volava: dritto dritto in un folto di rovi.

27 ottobre 2007

Il promontorio del Caprione

Una volta lavoravo sul promontorio del Caprione. Me lo rivedo dalla mia piana Monte Murlo. Giù, dal basso, mentre guido, con un occhio all'autovelox, mi appare come un seno di donna. Oppure certe sere, sempre laggiù nella piana, quando mi ritrovo a camminare da sola perchè sto svolgendo il mio lavoro.
Sono sette anni che son scesa da lassù e ancora ho come il pensiero di doverci tornare, come se quello fosse ancora il mio posto di lavoro che mi aspetta. Quasi mi fossi presa una pausa, quaggiù nella piana.
Ricordo un giorno d'inverno, lassù invece, affacciata sulla mia valle, che si spalancava come nella foto. Uno di quei giorni in cui dici una cosa importante a un tuo amico, ma lui la sa già. E dissi a Mirco, così si chiama il mio amico-collega, che non mi sarebbe mai più capitato di lavorare in un posto così bello. Anche lui ne era convinto. In parte avevo ragione. Solo in parte. C'è del buono nella piana. Ci sono tantissime cose belle quaggiù.
Eppure dall'alto è ancora tutto un po'indistinto, il fiume, il mare, il verde della tenuta di Marinella sfumano e in parte celano le opere edilizie, così che la potenza della Natura ancora sovrasta.
E chiesi quel giorno sul Murlo a Mirco se s'immaginava come deve essere stato quando i nostri antenati hanno visto da lassù l'arrivo delle legioni romane. Lo sgomento, la consapevolezza di essere senza scampo, la decisione a combattere nonostante tutto. Ci fermammo in quell'istante a rivivere quelle emozioni dolorose. Obbligate.
Stanati con il fuoco, uccisi, deportati in 40.000, così racconta Livio la pulizia etnica di Roma contro i Liguri Apuani.
Ma qualcuno è rimasto, perchè impazzito di dolore, si è perso per i sentieri del Caprione.


25 ottobre 2007

Ottobre


Quest'immagine è stata scattata poco prima che arrivasse una tromba d'aria. Ignare della catastrofe che avrebbe capottato la nostra serretta acquista al Brico e tutto il suo contenuto, ovviamente, Apua ed io ci godevamo la dolcezza di un pomeriggio di ottobre. Dopo è stato tutt'un raccogliere cocci e feriti, ma fedeli al mantra di Paolo Pejrone, ovvero "il vero giardiniere non si arrende mai", abbiamo ricomposto le nostre piantine e le abbiamo ricoverate al sicuro.
Eh, cara Apua, non so proprio come farei senza di te?!

12 ottobre 2007

Un anno


Tra poco il mio blog compie un anno, la data d'inizio fu il 14 ottobre. Mi è venuto in mente oggi quando sfogliando Gardenia ho visto un articolo sui peperoncini rossi e ho pensato subito a Simona, a cui scrissi un anno fa per annunciarle l'apertura del blog e lei mi parlò dei suoi acquisti giardinicoli, tra i quali spiccava appunto un vaso di peperoncini rossi. Guarda un po'come alle volte viaggiano i pensieri!
Non ho più scritto sul mio blog negli ultimi tempi, perchè sono stata letteralmente presa da questioni para-giardinicole e poi perchè probabilmente in questa stagione qualche stella dispettosa vuole che io accumuli un impegno dopo l'altro e non ho tempo per stendere qualcosa di carino su queste pagine.
Comunque il 14 ottobre è il compleanno del mio blog, quindi adesso è doveroso che io scriva qualcosa. Intanto prendo atto che all'inizio il nome era diverso, perchè gli auspici erano di ricomporre in queste pagine il mio ex gruppo di teatro, ma la cosa non è andata a buon fine. Tutto sommato stiamo cercando di mettere in atto un nuovo equilibrio tra noi, se pure a distanza. Ci sono delle cose che uno può sempre legittimamente sperare che accadano, prima a poi.
La mia gatta meravigliosa potrebbe sempre tornare nottetempo a miagolare alla mia porta e chissà come prenderebbe la presenza di Bino Gianfutry a casa nostra (nella foto a sx sul divano con Apua).
Io ho sempre la testa tra le piante e una collezione di malvarose e viole del pensiero ancora disponibili per poco tempo, quindi chi le vuole ma lo faccia sapere in fretta.
In quest'anno poi è pure accaduto che una coppia di miei amici si è lasciata e ci ho sofferto davvero tanto, d'altro canto, quando ho iniziato il blog ero un novella sposina attempata e adesso giorno dopo giorno mi rendo conto che la vita a due richiede un grande impegno e non tutti i giorni sono uguali, ma mi compiaccio molto di queste responsabilità che mi sono assunta. Un'altra coppia di miei amici invece ha avuto un bimbo bellissimo e mi dispiace che non potrò essere presente al suo battesimo perchè domenica lavoro.
In settimana conto di vedere Elena e di fare pure golose talee nel giardino di sua madre e confido pure mi dia l'indirizzo del suo blog, perchè Elena, accipicchia, scrive davvero bene!
Avrei potuto fare di più e meglio egli ultimi tempi, ma tutto sommato un anno di blog è ancora poco e come paventavo nel primo post, parafrasando Nietzsche, gli inizi sono sempre un po'incerti.
Un saluto a Franca, spero che mi leggerà, d'altro canto ora che ci penso, tutta questa pagina è scritta per lei.