30 novembre 2008



L'antro giardinicolo


Il caos è solo apparente, la situazione è tutta sotto controllo: questa è la zona in cui moltiplico le piante o ricovero quelle strappate a un destino avverso. Gli stecchi striminziti nei vasetti di plastica, con il tempo, con un po'di fortuna e una discreta dose d'amore, diventeranno splendide rose!
Se scrivi un blog in qualche misura ti esponi ed è scontato che non sempre chi si premura di lasciare un commento sia d'accordo con chi scrive. Io non sono una persona tollerante, ma mi impegno ad esserlo,perché so è che un dovere civile che io lo sia, tuttavia chi scrive qua, abbia la cortesia di impegnarsi a essere educato. Altrimenti vada a scrivere altrove.

25 novembre 2008

Ludi Plebei (come sopravvivere a Novembre?)

Ok: Aprile è il più crudele dei mesi, sosteneva Eliot.
Concordo: una pioggia improvvisa può farti fuori in un sol giorno i fiori di peonia, attesi da un anno intero.
Però anche novembre è impegnativo. Come sopravvivere a novembre?
Soprattutto se anche il cane declina l'invito ad uscire in esterni, che se la chiamo con il guinzaglio alla mano, lei, il caninide, si fa piccina piccina rintanandosi nel suo cuccetto nuovo, poi mi guarda con il suo musino da (ex)randagetta come dire: "tu lo sai che io ho sofferto tanto nella vita, perché ora mi vuoi trascinare a fare un giro in centro, al freddo e al gelo?!".
E una volta riposto il guinzaglio, unitamente ai miei buoni propositi, torna a spaparanzarsi ronfando a pancia all'aria nel suo bel cuccetto caldo.
Almeno lei il modo per sopravvivere a questa stagione sfigata ("uggiosa" in italiano) l'ha già trovato.

20 novembre 2008

Piazza Capolicchio

Passo spesso per piazza Capolicchio. Mi soffermo a guardare le bordure di santolina e le rose tappezzanti che digradano verso la fossa del torrione, per la precisione quel torrione sarzanese limitrofo alla "Croce" dove s'incontrarono San Francesco e San Domenico. Ogni volta mi sorprendo a riflettere su quella scelta di verde urbano, essenziale e nel contempo di buon gusto, che segue con dolcezza il declivio che congiunge via Torrione San Francesco con via dei Molini (si, "Molini" in sarzanese, non "mulini" in italiano). Mi piace che il Comune di Sarzana abbia restaurato in modo gradevole quella piazza, anche se non mi ricordo quale carica istituzionale venne a inaugurarla a suo tempo.
Quella piazza che mi lascia puntualmente, ogni volta che ci passo, un filo di malinconia, anche se ho pudore e molta difficoltà a spiegare il perché. Quella piazza che è intitolata a Dario Capolicchio, cittadino sarzanese, poco più che ventenne, ucciso nel 1993 nella strage dei Georgofili. Dario risiedeva a Firenze perchè studiava Architettura all'università.
Io all'epoca dell'attentato facevo la postina a tempo determinato, ronzavo per la piana e per i monti di Arcola sopra un motorino Peripoli rosso, cantando la canzone della Nannini"Radio Baccano" tra una consegna e l'altra.
Fa effetto pensare a una persona che oggi dovrebbe avere la mia età, che avrebbe potuto fare tutte le cose che ho fatto io: avrebbe potuto laurearsi, sposarsi, stringere amicizie, raccogliere successi, subire sconfitte, scoprisi giorno dopo giorno più adulto...quante cose vissute in questi anni!
Il Comune di Sarzana ha disposto anche una borsa di studio per rendere omaggio a quel nostro concittadino, e conosco personalmente un promettente archeologo che si è aggiudicato l'ultima edizione.
Stasera sono passata con Apua, per l'ennesima volta da quella piazza. All'inizio e verso la metà del sentiero che l'attraversa, c'erano due coppie di ragazzi che si baciavano. Giovani. Sui 20 anni. Belli. Teneri. Appassionati.
Non mi è mai sembrata così bella come stasera la piazza.
Credo che sarebbe piaciuta anche a Dario.

16 novembre 2008

La Bufera di E. Montale

La Bufera di E. Montale

La bufera che sgronda sulle foglie
dure della magnolia i lunghi tuoni
marzolini e la grandine,

(i suoni di cristallo nel tuo nido
notturno ti sorprendono, dell'oro
che s'è spento sui mogani, sul taglio
dei libri rilegati, brucia ancora
una grana di zucchero nel guscio
delle tue palpebre)

il lampo che candisce
alberi e muro e li sorprende in quella
eternità d'istante - marmo manna
e distruzione - ch'entro te scolpita
porti per tua condanna e che ti lega
più che l'amore a me, strana sorella, -
e poi lo schianto rude, i sistri, il fremere
dei tamburelli sulla fossa fuia,
lo scalpicciare del fandango, e sopra
qualche gesto che annaspa...
Come quando
ti rivolgesti e con la mano, sgombra
la fronte dalla nube dei capelli,

mi salutasti - per entrar nel buio.

14 novembre 2008

Quante possibili vite in ognuno di noi...

C'è un giochetto, insomma un coso, pubblicizzato in tv, che serve a far far ginnastica alla materia grigia, attività lodevolissima per altro, tuttavia penso che costi qualcosina,come minimo va a pile, quindi, analoghi esercizi,ma a ufo, per allenare le proprie potenzialità celebrali, sono pubblicati sul sito dei Beni Culturali, nella sezione riservata al concorso per diventare capo-custode di un museo (n.d.r. non è che il capo custode sia il capo del museo, è il capo dei custodi, il che è tutto un dire...)
Comunque stando alla pubblicità, una può misurare il suo ben dell'intelletto e scoprirsi virtù neurologiche analoghe a quelle di una 26enne, anche se magari della 26enne in questione una potrebbe essere madre o al più, suocera. Benissimo. La mente va allenata.
Ma saranno attendibili questi test per l'anagrafe cervellotica, mi chiedevo mentre lavavo i piatti, mentre nel contempo ascoltavo la pubblicità in questione?!
E io? che la mattina per andare al lavoro mi sveglio con la verve di un'ottuagenaria? salvo poi gettarmi nella mischia del traffico come un aspirante promessa della Formula 1, alla prima famigerata rotonda in cui m'imbatto e devo calcolare in frazioni di secondo le intenzioni di svolta degli altri automobilisti. Se non che, una volta raggiunta l'agognata meta, si fa per dire, ho bisogno di un secondo caffè preso con le colleghe per realizzare un dignitoso piano di lavoro?
E ogni tanto lo dico alle mie colleghe, anche se la cosa scoccia un po', che siamo più vicine alla menopausa che alla pubertà. Perché, insomma la matematica non è un'opinione, soprattutto a 38 anni.
E quando mi piglia sonno dopo pranzo, sarà il riposino di un bebè o piuttosto la pennichella di un'anzianotta.
E quando invece mi appresto a quei pochi raduni giardinicoli a cui ho la fortuna quando capita di partecipare,con l'eccitazione che precede un rave -party, quanti anni ho realmente?
O quando mi fiondo con Apua nel torrente in secca e capitozzo i perniciosissimi ailanti (veri e propri ecomostri), con il piglio di un Don Chisciotte contro i mulini a vento e nel contempo mi diverto un mondo? Salvo poi riassumere sembianze e modi più consoni alla mia carta d'identità quando passo in rassegna le offerte di detersivi tra gli scaffali dell'ipercoop.

"Quante possibili vite" QPV è una canzone di Mirco Grisolia, per ascoltarla basta cliccare il link a lato.
Bellissima, come tutte le canzoni di Mirco.

12 novembre 2008

riflessione filosofica

come sarebbe stata diversa e di sicuro anche molto più bella, la Storia d'Occidente, se Cartesio avesse scritto "AMO, ERGO SUM" invece del suo "cogito, ergo sum"!

11 novembre 2008

inconsapevolmente....

mi alberga nell'anima l'indole da vigile urbano. Ne ho preso coscienza stamattina, innanzi al bancomat, quando ho visto un giovanotto parcheggiare sulle strisce pedonali per servirsi di suddetto bancomat, mentre nel contempo un signore anziano stava facendo una gimcana per attraversare le strisce pedonali, il cui transito era occluso dalla Golf del ragazzo.
Mi volto verso costui: so di avere un aspetto inquietante, ho la sinusite e sono pallina in viso che sembro una pianta di rose in preda all'oidio ("mal bianco " per i non giardinicoli). Colgo il gaglioffo sul fatto "hai parcheggiato sulle strisce?" come a dire "t'ho beccato!"e lui bofonchia "eh...eh...devo usare il bancomat...".
E io, ferocissima "Ma non ti vergogni giovane e gagliardo come sei a mettere in croce le persone anziane?!"ci voltiamo entrambi verso l'ometto che ha attraversato la strada. E il gaglioffo tace e infila la testa dentro lo sportello del bancomat.
Parcheggerà meglio la prossima volta? Avrà da recriminare prossimamente per la maleducazione "altrui" al volante?
Non lo so. Di sicuro per un po'la mia "straccionata" gli brucerà.

06 novembre 2008

Profili di blogger in blog.spot

Avere come interessi i CANI, mi pone in compagnia di altri 2730 titolari di blog su blog.spot
Avere come interessi i GATTI invece mi pone nel novero dei 4120 blogger
La vittoria dei gatti mi pare assolutamente schiacciante.
Siamo in 4980 ad avere la passione per il GIARDINAGGIO, ma gli amanti delle ROSE sono solo 980.
Residenti in APUANIA, almeno stando ai profili, siamo solo in due.
Alla voce professione ho scritto "IMPEGNATA A VIVERE" e a quanto pare, però, sono sola.

05 novembre 2008

Cafoni & impuniti a Sarzana!

Sono in centro a Sarzana e ho la sciagurata idea di attraversare insieme a una signora di circa 70 anni, il passaggio pedonale innanzi al bar all'imbocco di viale della Pace. Ci ritroviamo entrambe alle prese con un suv che sta facendo manovra di parcheggio sopra le strisce pedonali e ci guardiamo l'un l'altra, stralunate. Mi fermo e resto a vedere i due giovani uomini che escono dall'auto. Vorrei dir loro qualcosa, ma già in passato mi è capitato di di riprendere qualcuno parcheggiato sulle strisce e gliene riandava a lui. E guardo i due che se ne entrano belli belli nel bar. Mi giro e cerco un vigile. Annuso l'aria e sento che ne posso trovare uno. Infatti attraverso piazza Martiri, quella dove si parcheggia a pagamento, limitrofa per intenderci alle strisce pedonali dove invece si parcheggia a ufo, perchè vedo dall'altro lato, incolonnata nel traffico, un auto dei vigili! Ecco ciò che volevo! E attraverso la piazza con poche auto parcheggiate e guardo a signora bionda alle prese con il parchimetro e con il venditore abusivo di paccottiglie. A fornire l'obolo allo Stato e all'anti-Stato dunque , una scena ordinaria in quel di Sarzana. Raggiungo l'auto dei vigili e picchio al finestrino. Indico a quello seduto accanto al guidatore che che c'è un suv parcheggiato sulle strisce pedonali davanti al bar. Il vigile alza gli occhi al cielo e bofonchia "ah!". Ripeto "guardi che è là!". Di nuovo occhi al cielo e stessa espressione monosillabica. Arriva il verde e l'auto dei vigili se ne va in direzione opposta rispetto a quella che gli ho segnalato. E io resto lì al semaforo. Come una fessa. Perchè come tale sono stata trattata da chi quanto meno, in virtù di una divisa aveva non solo il dovere di intervenire per ciò che gli ho segnalato, ma anche l'obbligo di esprimersi nella lingua ufficiale di questo Paese e non limitarsi a emettere una vocale strascicata.
Comunque se venite a Sarzana, parcheggiate pure dove vi pare, i parcheggi a pagamento lasciateli ai fessi.

01 novembre 2008

Sono tornata stamani per raccogliere gli ellebori nel mio giardino abbandonato. Sono passati quasi 4 anni dalla priva volta che vi misi piede e credo, nel tempo, di aver raccolto tutto ciò che si poteva prendere, anche se alle volte non sapevo cosa fosse questa o quella pianta. Ma se all'inizio ho preso ciò che mi piaceva, così, a occhio, con il tempo è subentrata una sorta di compassione per quelle povere piante, abbandonate a se stesse. E ho preso a portarne via più che potevo, anche se alle volte mi hanno dato più impiccio che altro. Come le agavi ad esempio.
La ruspa, i tagli insensati che si sono accaniti a più riprese e in ultimo il cantiere aperto da qualche mese, hanno fatto piazza pulita di quello che un tempo era quasi un labirinto in cui perdermi per poi ritrovarmi innanzi.... a un enorme cespo di agapanti!
Ho una sorta di pudore a ricordare colei a cui appartenne quel giardino, che da circa un anno non c'è più, ovunque sia, spero saprà che alle sue piante non mancano le cure necessarie, spesso pure un posto d'onore e dove non sono io a garantirglielo mi premuro di trovare per loro mani affidabilissime.
Credo sia stato un bel colpo di fortuna, quando la passione giardinicola mi si è manifestata con consapevolezza, imbattermi in un giardino abbandonato.
Sant' Agostino diceva che il mondo è "res e signa", ovvio che però i "signa" bisogna saperli interpretare.

"Novembre" di Giovanni Pascoli

Gémmea l’aria, il sole così chiaro
Che tu ricerchi gli albicocchi in fiore,
e del prunalbo l’odorino amaro
senti nel cuore.

Ma secco è il pruno, e le stecchite piante
Di nere trame segnano il sereno,
e vuoto il cielo, e cavo al piè sonante
sembra il terreno.

Silenzio, intorno: solo, alle ventate,
odi lontano da giardini ed orti,
di foglie un cader fragile. E’ l’estate,
fredda, dei morti.