29 marzo 2009

Parcheggio! 1

Premetto che sono una che soffre fisicamente per il fatto che in questa Nazione, o meglio a Sarzana specialmente, quando si parcheggia si debba pagare l'obolo allo Stato e al parcheggiatore abusivo.
Ma tanto a Sarzana funziona così.
E allora arrivo, scocciata per la manovra, io che sono impedita a parcheggiare, accaldata e quello mi si para innanzi e io ho anche fretta e cerco una moneta, ma non la trovo e mi giustifico, mi scuso, mi avvio di corsa verso la mia meta, lasciando insoluta la sua richiesta. E lui che forse è un neofita del mestiere, un ragazzo appena ventenne, capitato da chissà quale sperduto villaggio del Marocco, in quella piccola Atene della Liguria che è Sarzana, mi segue per un po'ridendo e dicendo a questa 38enne che ai suoi occhi sembrerà avere un'età veterotestamentaria "sei ancora bella!".

parcheggio!2 (fidelizzazione dell'utenza)

Me lo ricordo.
La prima volta che ci siamo incontrati, era stato lì in paziente attesa che io finissi una concitata telefonata, con Apua, piccina, al guinzaglio. Anche quella volta dovevo andare in banca, perchè la mia sarà anche "differente", ma non ha il parcheggio per i clienti come l'Intesa, anche se c'è gente che pur di non fare quei due passi in più parcheggia sulle strisce pedonali davanti alla banca.
Ritorno dopo un mese nel solito parcheggio, questa volta è lui che sta parlando al cellulare e allora io faccio finta di niente e me la mollo, del resto ho fatto tutto da sola, cioè se uno fa il parcheggiatore abusivo è giusto, si fa per dire, che reclami il suo onorario, dopo che ti ha trovato il posto. Altrimenti, nisba!
Ma non posso fare a meno di pensare "però fare i parcheggiatori abusivi deve rendere, se uno se ne può stare al cellulare, trascurando i "clienti", no?"
Faccio tutti i miei giri per Sarzana e quando rientro al parcheggio mi si accosta, ma tanto io ormai quello che dovevo fare l'ho fatto, quindi cosa vuole?!
Faccio un cenno di saluto con la testa, per educazione.
E lui mi risponde amichevolmente, ma senza scomporsi troppo: "Il cane dove l'hai lasciato?"

Catullo

Vivamus mea Lesbia, atque amemus,
rumoresque senum severiorum
omnes unius aestimemus assis!
soles occidere et redire possunt:
nobis cum semel occidit brevis lux,
nox est perpetua una dormienda.
da mi basia mille, deinde centum,
dein mille altera, dein secunda centum,
deinde usque altera mille, deinde centum.
dein, cum milia multa fecerimus,
conturbabimus illa, ne sciamus,
aut ne quis malus invidere possit,
cum tantum sciat esse basiorum
.

Viviamo, mia Lesbia, ed amiamoci
e le chiacchiere dei vecchi malvagi, stimiamole solo un soldino!
I soli possono tramontare, ma poi risorgono,
noi invece, dopo che si è spenta la nostra breve luce,
dobbiamo addormentarci in una notte eterna.
E allora dammi mille baci, e poi altri cento
e ancora altri mille e ancora cento!
E poi quando saranno ormai migliaia,
mescoliamoli tutti,
perchè nessuno sappia quanti sono tutti quei baci
e ci getti sopra un'occhiata meschina.

(trad. mia)

27 marzo 2009

In stazione a Genova, di buon mattino.
Sono vestita in modo elegante, ho una bella gonna nera che ho preso per l'occasione in cui mi doveva essere presentato un premio nobel per la letteratura, l'ho usata giusto solo un paio di volte prima di questa mattina. Poi ho una camicia chiccosissima, comperata uguale a quella di una mia collega, perché mi piaceva tanto quando gliel'ho vista, ma non lo ammetterò mai e poi mai, manco sotto tortura, che mi sono comperata una camicia uguale alla sua.
E poi ho una bella borsa, gialla, giallissima, di Kathy Van Zeeland: ce ne sono penosissime copie in giro, ma non c'è paragone. Mi sento proprio bene stamani! E sono anche tutta truccata, che hai voglia di prendere le marche commerciali, ma i cosmetici d'ora in poi, o buoni, o niente! Questi giorni in albergo, questa trasferta lavorativa, mi hanno tenuta lontano dal mio quotidiano, dalle beghe con i colleghi, dai lavori domestici, dai turni sistematici alla colonia felina , dunque mi sento anche molto rilassata, molto sicura.
Cammino decisa e non guardo nemmeno l'uomo che mi porge le copia del quotidiano gratuito e all'ingresso della biglietteria tiro innanzi anche davanti a quella piccola donna che con voce di bimba mi chiede "hai qualche spicciolo?".
E mi metto in fila. E penso immediatamente, guardando lei, la piccola donna, con tutta la sua vita nelle borse di plastica appoggiate a terra, che sono diventata una str..za! Sento una fitta allo stomaco, mi fa proprio male! E penso all'uomo che mi porgeva il giornale e io ho tirato innanzi senza un cenno di saluto! Lui stava lavorando! Ma cosa sono diventata?!
Smanio in fila e guardo la piccola donna che chiede ai passanti, con la sua voce di bimba "Hai degli spiccioli?". E'così piccola! chissà se sarà in grado di difendersi dai lupi disperati che vivono nelle stazioni.
Finalmente faccio il mio biglietto e posso dirigermi da lei. E le chiedo "Come va signora?". E lei mi risponde garbata se per caso ci conosciamo. E io rilancio "mi raccomando, stia attenta! dobbiamo stare attente noi donne!". E lei mi rassicura "si! si! sto un po'qua poi vado via". Ancora due parole e poi mi congedo da quella piccola donna, da quella bambina di età indefinita e vado dal signore dei giornali e gli arrivo davanti per chiedergli il giornale. In un soffio di voce mi dice che l'ha finito "uh! dovevo pensarci prima! grazie lo stesso e buona giornata!"e mi congedo anche da lui con il mio sorriso migliore.

20 marzo 2009

Istruzioni sul Libro :" È facile smettere di fumare se sai come fare" di Carr Allen

Per Francesca e per chi ha un po'di curiosità di smettere come ho fatto io.

Reazione scontata: quando mio fratello me l'ha regalato ho pensato "Oh! che stress!" cioè invece di essere gratificata perché Luca ha pensato a me, come tutti i fumatori ho trovato asfissiante questa premura da parte sua.
Invece di pensare "che dolce che è stato mio fratello", ho pensato che si fosse impicciato nei fatti miei con il buonismo che caratterizza i non-fumatori.
Ecco la perversione indotta dal fumo!
Se uno ci regala il libro è perché ci vuole bene! invece io da fumatrice ho trascurato questo aspetto per per annoverare il gesto di mio fratello come un puerile tentativo di farmi smettere, basato oltretutto su un manualetto dal titolo trionfante in copertina " È facile smettere di fumare se sai come fare"! Ma figuriamoci!
Noi ci scocciamo quando la gente ci dice che dobbiamo smettere di fumare. Se c'è una cosa che ci da veramente fastidio sono i buoni consigli: lo sappiamo, eccome che fumare fa male, mica siamo scemi! E sentircelo sottolinea proprio la nostra incapacità di liberarci da questa dipendenza.
Comunque il libro l'ho sfogliato lì per lì e mi ha colpito perché diceva che durante la lettura si poteva continuare a fumare, anzi, si doveva fumare!Beh, già questo mi garbava. Così che ho letto qualche pagina e poi ho mollato il libro da parte per un tempo indefinito.
Figuriamoci se io potevo smettere di fumare? Io che ho iniziato a fumare a 14 anni e a 38 anni fumavo serenamente un pacchetto e mezzo al giorno. io che di sera dovevo avere abbastanza sigarette, se no entravo nel panico. Io che credo di aver conosciuto tutti gli orari dei tabaccai della Val di Magra.
Mi piaceva fumare. Almeno credo che mi piacesse. E soprattutto credevo che smettere fosse difficile. Ci ho provato un paio di volte, non a smettere, ma a diminuire il numero di sigarette, tipo una ogni due ore, ma in quelle due ore non pensavo ad altro.
Insomma io ero una forte fumatrice. Tante volte la sera, prima di andare a letto dicevo "domani diminuisco! domani fumo di meno". E invece il giorno dopo fumavo sempre tantissimo, dal mattino
Il libro mollato da parte l'ho ripreso nelle mani quando ho sentito dire in tv che era stato un successo mondiale in termini di riuscita, cioè al tiggì dicevano che tantissima gente aveva smesso grazie al libro.
E io ho pensato "MA SE FUNZIONA PER GLI ALTRI ALLORA PUO'FUNZIONARE ANCHE PER ME!" voglio dire : E CHI SONO IO? LA PIU'FESSA CHE CON ME NON PUO'FUNZIONARE?".
E ho iniziato un venerdì sera a leggere il libro. Ho proseguito il sabato la lettura e già però leggendo, avevo meno voglia di fumare, perchè più leggevo, più mi sembrava stupido il gesto di accendere una sigaretta e così sabato 13 dicembre 2008, verso le 11 di sera, ho acceso quella che credo sia stata la mia ultima sigaretta, con la consapevolezza e la speranza che fosse davvero tale.
Ho chiesto a mio marito di far sparire le sigarette dalla mia portata, temevo infatti che la domenica sarebbe stato troppo impegnativo il rito mattutino del caffè senza la sigaretta. E poi sono andata al lavoro e fortunatamente quel giorno non c'era nessuno che fumava in turno con me, così che quando alle due sono arrivati due colleghi fumatori, io ero già forte della mattinata trascorsa senza sigarette ed ho pensato, vedendoli fumare, che mi dovevano invidiare! uno non appena gli ho detto che avevo smesso, ha subito scherzato, ma manco troppo, dicendo "dai! fumati una sigaretta!". L'altro invece mi ha detto che un tale che smise di colpo, cioè come ho fatto io, si era sentito malissimo per l'astinenza, così che i medici l'avevano fatto fumare di nuovo per evitare il pericolo che ci rimanesse.
Questa si chiama invidia. E' comprensibile che gli altri fumatori ci invidino se smettiamo.
Personalmente mi sento come se avessi un mostro dentro, va beh, un mostretto, ma non so se è una cosa che ho immaginato io o se è scritta nel libro di Allen.
Praticamente il mostro non morirà mai, perchè una tossicodipendenza ti segna, hai voglia di fingere con te stesso. Ma avere una tossicodipendenza non vuol dire essere più scemo degli altri.
Ci sarà sempre il rischio di ricaderci, però io ora sto facendo morire il mostro di inedia. Basterebbe una sigaretta e quello ripiglierebbe baldanza, quindi devo fermamente pensare che sono stata fin troppo indulgente nei confronti di me stessa in tutti questi anni. Ho amiche che fumano una sigaretta ogni tanto, io non sarei in grado e ricomincerei come prima.
Sto ancora assaggiando i cambiamenti di vita. Adesso se mi si avvicina qualcuno che ha fumato, istintivamente penso "puzza di fumo!". E mi scoccia molto l'idea che negli anni chi mi si sia avvicinato abbia pensato la stessa cosa di me.
Poi le sigarette, i pacchetti, gli accendini di plastica, mi sembrano oggetti anche brutti esteticamente, invece le cose che mi sono comperata a cuor leggero, gratificandomi, borse, scarpe, cosmetici etc. sono veramente chic.
Non ho preso l'influenza quest'inverno e in 20 anni è la seconda volta che mi capita, anche perché per tenere accelerato il metabolismo, ho camminato molto nelle mattinate d'inverno.
Mi dispiace pensare che se non avessi fumato, la mia vita sarebbe stata migliore, perché non posso tornare indietro e cambiarla, però mi sarebbe piaciuto avere più fiato per correre in questi anni e i soldi spesi in sigarette potevano essere di sicuro investiti meglio. Ma devo volermi bene. Il libro insegna anche a capire i meccanismi che ci fanno fumare e cioè perchè c'è un sistema concettuale che avalla le sigarette.
Nel mio caso credo che di essere stata anche influenzata dal fatto che quando ero piccola ho visto fumare troppe persone intorno a me, persone a cui volevo bene, che erano importanti per me: mio padre, la mia maestra, i miei zii, i miei cugini. Diverso sarebbe stato se avessi visto fumare solo persone "malvissute".
Un bimbo sa che il fumo fa male, perchè lo sanno tutti, però se vede fumare gli adulti, riceve un messaggio distonico.
E dunque se c'è una cosa che mi rammarica è di aver vissuto "la normalità" delle mie sigarette, innanzi a figli di miei amici o a bambini sconosciuti.
Ora chi mi legge può pensare di procurarsi il libro e garantirsi l'opportunità di una vita inimmaginabile: senza sigarette!
Oppure se non interessa, ma io non ci credo che non v'interessa smettere, lo so bene, potete tirare innanzi.
Però pensare che con voi non possa funzionare non è credibile. Perché con gli altri si e con voi no? Cosa avete di diverso dagli altri?

19 marzo 2009

Il Cavallo di Cavalcanti.

MARTEDÌ 24 MARZO ORE 18, PRESSO LA LIBRERIA MURSIA, VIA GALVANI 24, ANGOLO MELCHIORRE GIOIA (MM2):

nell’ambito delle iniziative culturali curate dal poeta GUIDO OLDANI,
presentazione del terzo numero della rivista:


IL CAVALLO DI CAVALCANTI
Azimut editore


Per la redazione saranno presenti:
BEPPE MARIANO E FRANCO ROMANÒ, direttori della rivista.

Ospite della serata, lo scrittore:

VINCENZO CONSOLO

Ingresso libero.



per info Agenda di scrittore, blog di Franco Romanò, link a destra.



"Però non è giusto! Non ci si sta in due in un solo cuccetto!"

16 marzo 2009

Ho smesso di fumare...e ora?

Aggiornamento del 5/1/2012 è passato un po'di tempo da quando ho smesso di fumare, cioè più di tre anni. Sono successe tante cose, ma non c'è stato giorno in cui io sia stata felice per aver smesso di fumare!
Se sei capitato/a qua perché vuoi smettere di fumare, ti assicuro che è assolutamente molto più facile di quello che pensi!


Ho smesso di fumare in seguito alla lettura di un libro " È facile smettere di fumare se sai come fare" di Carr Allen.
Sono passati più di 3 mesi da quel giorno.
Non sono ingrassata. O forse magari lo sono un pochino-ino, non lo so, comunque il fatto di non essere preoccupata della cosa è buon segno, cioè vuol dire che NON sono ingrassata, perché se fossi ingrassata mi preoccuperei eccome.
E'stato facile smettere, davvero. E'stato facile rispetto a ciò che paventavo.
L'abbinata "micidiale" caffè & sigarette mi è passata dopo il quinto giorno e tutto il resto, direi, sia che abbia interessato il fisico o la psiche, è stato davvero sopportabile. L'astinenza con un respiro più profondo, con un sorso d'acqua, si cancellava. La nicotina è una bestia subdola che ti aspetta al varco, ma quel libro mi ha dato gli strumenti per non arrivarci impreparata. Così quando Catia, la mia amica-collega ha improvvisamente deciso di prendere ferie per sempre, mi è tornata a più riprese la voglia di fumare. Ma mi è stato chiaro che se avessi ripreso a fumare, nondimeno, la mia amica non sarebbe comunque tornata. Anche se la sua perdita è un male fisico per me stessa, strano a dirsi, prima che affettivo.
Io avevo già smesso e lei continuava a fumare, così come fanno ancora altri miei colleghi, ma io grazie al libro ho capito che sono loro a dover invidiare me, non io che devo invidiare loro.
Per il resto ho camminato, per tenere attivo il mio metabolismo, mi sono regalata un paio di borse stratosferiche e un completo make up di Guerlain dopo una seduta dal visagista in cui mi sono trascinata dietro anche la mia cagnolina Apua.
E mi sono regalata molte altre cose ancora.
Adesso vado a letto prima di notte e cerco di alzarmi presto di mattina, tipo alle 6,40 in modo da andare al lavoro con in viso l' innanzi citato make up. Se invece non sono di turno, cerco comunque di non poltrire a letto e la sera verso le 23 mi viene sonno. Tutto sommato così è meglio, anche se spesso mi sveglio verso le 3,30 o le 4 del mattino per inseguire lo sciame irrequieto dei miei pensieri. Però il giorno dopo non mi sento rintronata, quindi è già qualcosa. Poi dopo 24 anni di sigarette, che il mio organismo ci metta un po'a disintossicarsi, lo devo mettere in conto.
Smettere di fumare mi ha dato anche una forte botta d'ottimismo. La mia collega Donatella dice che sono più calma, forse perchè non soffro più l'astinenza tra una sigaretta e l'altra. Però io mi rendo conto che alle volte ho degli scatti, soprattutto quando devo spiegare per l'ennesima volta un concetto ai miei colleghi. E'che più il concetto mi sembra ovvio, più mi sale il nervoso a spiegarlo. Magari se mi accendessi una sigaretta mi passerebbe il nervosismo, seduta stante. Ma non ci penso nemmeno! Così come all'ultima assemblea sindacale, me ne sono andata via, platealmente,con il mio referente sindacale che mi intimava richiamandomi sulla porta "Sara! Sara! sei rsu!non te ne puoi andare!" . E sono invece andata via, dando universale sfogo alla mia rabbia, dicendo dove dovevano andare loro, tutti quanti insieme.
Astinenza da sigarette?
No, se lo sono proprio meritato, altro che!


AGGIORNAMENTO DEL 27 marzo 2011
Ho smesso di fumare da più di due anni e non c'è giorno in cui non sia felice per averlo fatto, non posso che raccomandare in modo sperticato il libro di Carr Allen che mi ha aiutata, senza il quale quasi sicuramente non avrei mai smesso. Ho scritto diversi post al riguardo, ma questo vedo dalle statistiche, continua ad essere quello più letto.
Cosa dire? che mi dispiace aver fumato. Che sono sicura che se NON avessi fumato sarei stata una donna migliore. E poi che il fumo fa male a tutti, ma noi donne ci rende decisamente più brutte e mi dispiace dirlo, ma anche puzzolenti. E con i denti giallini.
Nuova non ritorno, dopo 24 anni di forte dipendenza dalle sigarette sarebbe impossibile, però sicuramente la qualità della mia vita è migliorata oltre ogni aspettativa. Certo ogni tanto sento ancora la voglia di fumare, non mi passerà mai, ma è una sciocchezza rispetto alle cose belle che ho ottenuto da quando NON FUMO PIU'!!!

Teotium 2009!




Teo: gatto giardinicolo ritratto mentre cerca di godersi il meritato riposo, senza schiacciare le piante.

talee di rosa fatte a febbraio




rosa Cardinal Richelieu riprodotta da talea.

Info : COME FACCIO LE TALEE DI ROSA

AGGIORNAMENTO IMPORTANTE: ho realizzato un TUTORIAL articolato in 4 parti:

Come fare le talee di rosa. Tutorial.

15 marzo 2009

Lui e lei...riflessione post keynesiana

Lei dice "dammi soldi veri!" e lui di rimbalzo "guarda cara che te li ho dati belli veri i soldi".
Ma non erano proprio loro tra quelli che sostenevano che lo Stato migliore è quello meno che meno s'impiccia?

07 marzo 2009

Vorrei sognarti, perché forse solo nel sogno riuscirei a congedarmi da te.
O meglio da quella determinazione terrena, si, mortale, di te. Ragazza.
Vorrei sognarti, perché da sveglia non riesco a prendere consapevolezza di ciò che è accaduto in una stupida domenica di gennaio.
E'come se i pensieri si facessero compatti nel cervello, come se si stringessero l'uno all'altro, impedendo così che trovi spazio nella mente,l'idea che tu non ci sia più.
Non ci riesco a rendermene conto, perché non voglio.
Perché diventarne consapevole, equivarrebbe a lasciare entrare, finalmente, il dolore.
Inginocchiarmi nel suo fuoco. E piangerti.