Il primo anno di Università avevo seguito tra gli altri il corso di Filosofia contemporanea che aveva come argomento niente meno che Nietzsche!
Non vedevamo l'ora di essere introdotti al pensiero del filosofo pazzo, quello che aveva detto che Dio è morto e poi c'era quella storia del superuomo appena abbozzata al liceo e della rilettura della tragedia greca, degli stessi filosofi presocratici,dei quali a un tratto la sua interpretazione rivelava una sapienza difficile da metabolizzare. L'acqua di Talete che animava tutte le cose, il fiume in cui tutto scorre che gettava nella tristezza Eraclito e poi Empedocle divinizzato nella morte.
Insomma aspettavamo Nietzsche e invece il professore parlò di Giorgio Colli e Mazzino Montinari e ne parlò per circa tre mesi. Tutti noi ad aspettare Nietzsche, ma di lui udimmo pochissimo: Colli e Montinari. Gente che abbandonava l'aula, gente che restava, mentre lui raccontava la genesi dell'ardito progetto editoriale dei due portato avanti negli anni '50 e '60, un lavoro che tolse la puzza immonda di nazismo dalla filosofia di Nietzsche, facendo un'accurata esegesi dei suoi testi. Fu un lavoro difficile di anni, condotto per la casa editrice Adelphi, una scelta coraggiosa per l'epoca, perché per gli intellettuali di quel periodo Nietzsche era tabù.
Il professore Campioni parlò per mesi, rivelandoci che di fatto molti dei fraintendimenti su Nietzsche erano attribuiti alle mistificazioni della sorella del filosofo e il superuomo altro non era per Colli o Montinari, non ricordo, "una scimmia travestita da leone".
Non so dire quando ho compreso che quello del professor Campioni era un omaggio al lavoro preziosissimo di Colli e Montinari, ma Giorgio Colli in modo speciale, dal momento che aveva insegnato nella nostra facoltà di Filosofia a Pisa, ed era mancato improvvisamente il 6 gennaio del 1979.
Dedicato a Giorgio Colli, Maestro dei miei Maestri.